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17/04/2017 06:00:00

L'abusivismo edilizio in Sicilia e la possibile nuova sanatoria della politica

Nel 2016 sono stati 1.750 i nuovi casi di abusivismo edilizio scoperti in Sicilia. Sono questi i numeri di uno studio fatto dalla Regione Sicilia che evidenzia come in Sicilia ci siano oltre 400 mila metri cubi di cemento abusivi. Ma se da un lato l’amministrazione regionale sembra sia vigile e presente nella lotta all’abusivismo, dall’altro si sta portando avanti una legge che prevede la possibilità che le demolizioni delle abitazioni abusive possano essere sospese.

Il governo Crocetta, infatti, mira all’approvazione di una norma, che se venisse approvata definitivamente bloccherebbe le ruspe anche per case e villette costruite sulla costa, a meno di 150 metri dalla battigia. Per le 200 mila famiglie in Sicilia che hanno un immobile abusivo si tratterebbe di non sostenere le spese di demolizione e di avere la possibilità di costruire immobili (di analoga cubatura) in un'altra area.

Questa ha tutte le sembianze di una sanatoria ma il governatore Crocetta risponde alle critiche mosse dagli ambientalisti dicendo che non si tratta di una sanatoria, ma della possibilità di acquisire gli immobili abusivi ad uso pubblico, affidarli ai Comuni che potranno, ad esempio, riutilizzarli come stabilimenti balneari. Crocetta assicura così: «le strutture abusive per essere inserite nel piano di recupero devono essere conformi alla legge e in nessun modo si potranno recuperare quelle che sono in contrasto con le normative vigenti».

All’Assemblema Regionale Siciliana c’è comunque un fronte che sta provando a mettere in salvo alcune tipologie di immobili. Un emendamento presentato dal deputato del Pd, Giovanni Panepinto, bocciato in commissione Bilancio ma ripresentato in Aula, prevede lo stop alla demolizione delle abitazioni nei centri urbani se sono prime case.

Panepinto stesso è consapevole che la norma molto probabilmente sarà stralciata e afferma: “E’ un tentativo di aprire il dibattito sull’argomento, abbiamo in corso un dialogo con altre regioni per studiare una norma che regoli la lotta contro l'abusivismo".
Secondo Panepinto: “Salvare la prima casa dalla demolizione non significa per forza favorire l’abusivismo. Se una casa è stata sanata e quella accanto no, - afferma - perchè magari il proprietario non aveva i soldi per farlo, si crea un’ingiustizia”.

Manca ancora un testo definitivo della legge regionale che regoli le demolizioni e il contrasto all’abusivismo, è invece chiaro quanto proposto dal deputato trapanese Mimmo Fazio che con un suo emendamento chiede di sanare una situazione che definisce di caos normativo e che riguarda la difformità dell'applicazione in Sicilia del condono del 2003 del Governo Berlusconi.

In breve, in Sicilia secondo un parere del Cga recepito dall'assessorato e dal Tar, quella norma non è stata applicata e prevale un'altra legge del 1985 che tutela tutta una serie di costruzioni in zone vincolate. E’ lo stesso Fazio che spiega il senso del suo emendamento dicendo che non ha nulla a che fare con la proposta del Governo Crovetta: «Se Comuni e Soprintendenze, in base a questo parere del Cga, hanno rilasciato la sa-natoria ad alcuni cittadini, altri pur trovandosi nelle medesima posizione giuridica, ossia con un immobile urbanisticamente in regola per effetto della ottenuta concessione in sanatoria, si trovano comunque costretti a demolirlo in conseguenza di una condanna penale subita per l’illecito edilizio commesso e oggetto della istanza di condono. Questo perchè i giudici penali hanno ritenuto errata l'interpretazione del Cga». Una difformità che Fazio vuole sanare per mettere tutti i cittadini che si trovano in una determinata situazione in pari condizione di fronte alla legge.

Ma vediamo qual è la situazione sul fronte abusivismo nelle province siciliane, visto che i dati non sono per nulla positivi. Sulle coste siciliane continuano a costruirsi villette e immobili realizzati senza autorizzazioni. Sono tante le costruzioni da abbattere alla Valle dei Templi di Agrigento, dove da maggio partirà una nuova campagna di demolizioni. E sono migliaia le abitazioni che devono essere demolite nelle province di Messina, Trapani e Caltanissetta. L’iter giudiziario per arrivare alle demolizioni è troppo lungo e spesso quando si è pronti, mancano i fondi ai Comuni per poter procedere.

A Palermo le demolizioni sono centinaia ma vanno a rilento. Nel 2015, su 878 esposti, in 268 casi è scattato il sequestro, mentre nel 2016, su 911 denunce, i sigilli sono scattati 265 volte. Solo nel primo trimestre di quest’anno sono arrivati 190 esposti e sono già stati sequestrati 66 immobili.

La Procura di Catania ha avviato una crociata contro l’abusivismo edilizio su tutto il territorio e dopo sentenze passate in giudicato, si sta procedendo all’abbattimento di edifici costruiti in zone protette del Parco dell’Etna, ma anche a Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Ragalna e nella zona dell’Oasi del Simeto.

A Messina sono circa 3 mila le costruzioni abusive da abbattere, soprattutto nelle periferie.

Anche in provincia di Trapani si va a rilento con le demolizioni. Si è cominciato a Marsala nel lontano 2011. Finora sono state abbattute 28 abitazioni su un totale di oltre 500. A settembre è stato affidato il terzo lotto di demolizioni per una ventina di immobili. Sono 400, invece, gli edifici non sanabili a Triscina e oltre 1000 quelli in tutta la provincia.

Ad Agrigento si riparte con le demolizioni al Parco archeologico della Valle dei Templi il 3 maggio, dove sono 9 gli immobili da demolire. La lista completa fornita dalla Procura è composta da 13 immobili, ma 4 sono stati già autonomamente demoliti. Nella prima fase, erano stati 8 gli immobili rasi al suolo. A Licata, invece, le demolizioni sono bloccate per un problema di ordine pubblico. Le demolizioni devono avvenire quando c’è la disponibilità di forze di polizia extraterritoriali per evitare disordini.

A Caltanissetta le ordinanze di demolizione sono 1.550 e per 550 di questi è stata avviata la proceduta di acquisizione. A Gela in due anni sono stati acquisiti al patrimonio del Comune e dichiarati di pubblica utilità solo 8 immobili mentre ma l’80 per cento della periferia è fuori legge e sono appena 2 o 3 gli immobili demoliti. Nei tre condoni sono state circa 17 mila (su 77 mila abitanti) le richieste di sanatoria.

Ad Enna la parola demolizione è una sconosciuta da decenni. Gli abusi edilizi segnalati alla Procura riguardano soprattutto casi di poco conto, dove in genere si arriva alla sanatoria prima che si svolgano i processi. A Leonforte su 14 mila abitanti sono mille le richieste di sanatoria.

A Siracura sono 82 gli edifici che sono stati dichiarati insanabili. Si tratta in gran parte di villette, casolari ed appartamenti da demolire. Su tutto il territorio, l’attenzione della Procura è su 742 immobili che risulterebbero del tutto o in parte realizzati abusivamente.

Nel Ragusano sono una sessantina le abitazioni – spesso case di villeggiatura, ma non solo – abusive, costruite entro i 150 metri dal mare. Sono state dichiarate insanabili e a gennaio sono partite le lettere di preavviso di demolizione in danno.