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26/04/2017 02:00:00

Mafia: no al dissequestro dei beni di Vito Ciancimino

Non verrà restituito al costruttore Francesco Zummo il patrimonio di circa 200 milioni di euro che gli venne sequestrato dalla Dia nel 2010. Dopo la decisione della corte d'appello di dissequestrare l'enorme tesoro accumulato dal costruttore, ritenuto tra i riciclatori dei soldi sporchi accumulati dall'ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, la Procura generale fece ricorso in Cassazione. L'impugnazione portava le firme dei pg Mirella Agliastro e Luigi Patronaggio, ora procuratore di Agrigento. La Suprema Corte ha accolto il ricorso e ha rinviato il processo alla corte d'appello di Palermo che dovrà pronunciarsi nuovamente. Zummo, assolto dalle accuse di favoreggiamento e associazione mafiosa, è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per 5 anni perché ritenuto socialmente pericoloso proprio per i suoi legami con Ciancimino e con il clan mafioso della Noce. Ad accusarlo, lo stesso figlio di don Vito, Massimo, e il pentito Francesco Di Carlo. 

BENI CONFISCATI A PREFETTI E SINDACI - Circa 400 beni confiscati alla mafia saranno consegnati venerdì prossimo a prefetti e sindaci siciliani a margine di un convegno dal titolo ‘Dalla confisca dei beni all’accoglienza turistica. Viaggio dell’Anbsc nel mondo delle aziende’. Durante l’incontro, in programma alle 11 al San Paolo Palace Hotel di Palermo, il prefetto Umberto Postiglione, direttore dell’Agenzia, illustrerà il modello “virtuoso e di buona pratica” che ha caratterizzato alcune società siciliane del settore turistico-alberghiero sottratte alla criminalità organizzata di stampo mafioso.
I quattro casi che verranno presi in esame (Hotel San Paolo Palace di Palermo, l’Hotel Club Torre Xiare di Valderice, l’Hotel Sigonella Inn di Motta Sant’Anastasia e il Grand Hotel Mosè di Agrigento) raccontano “storie di successo, in cui si è riusciti a garantire e incrementare i livelli occupazionali attraverso la valorizzazione delle risorse umane – spiegano dall”Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata -, riuscendo a tutelare il bene confiscato e restituendolo al territorio in una logica di mercato e di trasparente produttività”.