Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
03/05/2017 06:00:00

Crisi dell'edilizia in Sicilia, opere pubbliche ferme. A rischio i fondi "Patto per il Sud

Oltre ai ponti e alle strade che si sfaldano, in Sicilia è crollato l’intero comparto dell’edilizia, con 256 opere pubbliche incompiute e 100 mila posti di lavoro bruciati. Numeri di una crisi che dura ormai da anni con tante opere bloccate - sono quasi mille - che non si riesce a sbloccare a causa della burocrazia o della mancanza di progetti chiari. La Sicilia sui tempi della burocrazia legata agli appalti, rispetto alle altre regioni è decisamente in ritardo. Lentezza cronica, quella per la realizzazione delle opere pubbliche, che blocca tutta un’economia regionale e che rischia di far saltare risorse per 11 miliardi di euro del "Patto per il Sud" che devono essere spesi entro dicembre 2008.

Nei giorni scorsi a Palermo, con la partecipazione dei deputati dell’Ars, si è tenuto al Mondello Palace Hotel il congresso regionale “Costruiamo insieme il nostro futuro” e nell’occasione il segretario della Filca Cisl Sicilia, Santino Barbera, ha confermato così le sue preoccupazioni: Siamo la regione con il numero più alto di opere incompiute in Italia, entro il 2018 poi devono essere spesi i soldi dei patti, ma ce la faremo a spendere questa cifra? Nell’Isola il settore edile è in ginocchio. Questa situazione va avanti dal 2009 e non vedo possibilità di ripresa. Basti pensare – continua Barbera - che in Sicilia diverse opere, come ad esempio la Agrigento-Caltanissetta, sono state appaltate da oltre dieci anni e ancora sono a metà del lavoro».

Altra opera pubblica ormai diventata un caso è quella del raddoppio ferroviario Catania-Palermo, appaltata cinque anni fa e ancora con zero operai sul cantiere. “A far diminuire in maniera drastica gli operai edili sono proprio i numerosi cantieri fantasma - spiega il segretario Filca Cisl Sicilia - l’anno scorso si è registrato un più 5% a Palermo, ora siamo andati a meno 7% nel capoluogo e meno 4% a Messina».

Più volte, proprio per affrontare la questione drammatica dell’edilizia è stato chiesto un incontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta che, da quello che ha raccontato Barbera non ha mai risposto si: «Abbiamo provato tante volte ad intavolare un dialogo con il presidente, ma non è stato mai possibile avere un confronto diretto con lui».

E il rappresentante regionale della Filca Cisl, Barbera, ha ricordato come la situazione sia peggiorata in maniera vertiginosa negli ultimi due anni. Vengono indette il 56% delle gare d’appalto in meno e ciò comporta uno sperpero di denaro che anziché essere utilizzato per le realizzazioni edili viene bruciato da incomprensibili blocchi burocratici spesso legati alle inefficienze della politica.

«In tutte le altre regioni d’Italia - afferma Barbera - l’iter burocratico per sbloccare le opere in un cantiere dura tre anni e mezzo, in Sicilia dura sette anni. Praticamente regaliamo tre anni e mezzo della nostra vita alla burocrazia».

Filca Cisl Sicilia chiede alla Regione un impegno vero e un progetto definitivo per lo sviluppo dell’Isola. Un patto forte tra organizzazioni sindacali, politica e assessorato alle infrastrutture. Chiede soprattutto la predisposizione di un banca dati dove si possano scegliere le gare, dove siano chiari i tempi di realizzazione e risorse da impiegare per far ripartite l’economia della Sicilia.