Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
07/05/2017 13:06:00

E' morto Giovanni Tinebra, il primo titolare delle inchieste su Capaci e Via D'Amelio

 - E’ morto ieri sera a Catania Giovanni Tinebra, per anni uno dei magistrati più impegnati nella lotta contro la mafia, protagonista di alcune tra le più importanti inchieste sulla criminalità organizzata e processi epocali. Era da tempo malato di Parkinson ed era stato a lungo ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove si è spento a causa di una complicazione respiratoria.Tinebra, che era stato anche già direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e Procuratore Generale della Corte d'Appello di Catania, era nato a Enna il 15 giugno 1941. Era entrato in magistratura nel 1967 ed aveva percorso tutte le tappe della carriera di giudice sino a diventare dal luglio 1992 al 2001 Procuratore della Repubblica di Caltanissetta. In quegli anni fu titolare delle inchieste per la strage di Capaci e per la strage di via d'Amelio.

Fu da luglio 2001 direttore del Dap, succedendo a Giancarlo Caselli. Nel 2004 alle Poste venne intercettato un pacco bomba a lui indirizzato. Lasciò il Dap nel novembre 2006 e fu nominato all'unanimità dal Consiglio Superiore della Magistratura Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Catania.

Fu anche vice presidente di Magistratura Indipendente e presidente del Comitato scientifico dell'Osservatorio permanente criminalità organizzata di Siracusa.

Nel luglio 2014 venne sottoposto a procedimento disciplinare dal Consiglio Superiore della Magistratura per condotta «gravemente lesiva dell'immagine di magistrato» nell'ambito dell'elezione del Procuratore Capo del tribunale di Catania, carica a cui aspirava, andata poi a Giovanni Salvi. Cosa che, comunque, non gli impedì di proseguire la sua prestigiosa carriera, rimanendo procuratore generale fino alla pensione nel novembre 2014. Dal 2014 fu presidente della Commissione tributaria provinciale di Catania.