"Dopo lo stop in Cdm della norma sui commissariamenti delle aziende sanitarie e ospedaliere è ovvio che il governo procederà con le nomine dei manager". Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, conversando con i cronisti a Palazzo dei Normanni. Poi, ironizzando con i cronisti sulla decisione della conferenza dei capigruppo di trasmettere alle commissioni di merito gli emendamenti, oltre 1.200, al collegato, già incardinato all'Ars e la cui discussione sarebbe dovuta cominciare proprio oggi, ha aggiunto: "Con le migliaia di emendamenti presentati non basterebbero nemmeno i cinque anni della prossima legislatura per approvare il collegato". Crocetta ha inoltre spiegato che il governo non intende presentare un nuovo disegno di legge per aggiustare la riforma sull'acqua pubblica impallinata in alcune sue parti dalla Corte Costituzionale. "Non serve una nuova legge", è il pensiero del presidente della Regione. "La legge c'è - ha affermato l'assessore all'Energia, Vania Contrafatto -. Stiamo definendo la valutazione sulle norme che hanno passato il vaglio della Corte Costituzionale, non è necessario tornare in aula. Basta applicare quelle che ci sono già, escludendo le parti cassate dalla Corte".
- "Il presidente Crocetta rischia di sbattere nuovamente la faccia, questa volta sulle nomine dei manager della sanità siciliana". A dirlo è il capogruppo di Forza Italia all'Ars Marco Falcone secondo cui il governatore, dicendosi pronto a nominare i nuovi manager a posto dei commissari, avrebbe "travisato" il significato dell'impugnativa promossa dal Consiglio dei ministri rispetto al pronunciamento della Corte Costituzionale.
"La norma fatta dall'Assemblea, fino a quando non sarà dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Consulta, mantiene infatti la sua piena efficacia nonostante l'impugnativa del Cdm - sottolinea Falcone - Altra cosa, invece, è se questa maggioranza deciderà di cambiare la norma stessa, uniformandosi alla detta impugnativa. Purtroppo alle boutade di Crocetta ci siamo abituati. Anche questa volta il presidente l'ha detta grossa, rischiando di rasentare l'ignoranza giuridico legislativa".