Quattro persone rischiano di finire a processo per la morte di Fabio Maccheroni, ucciso la notte del 16 Agosto 2016 a 43 anni dal monossido di carbonio respirato mentre stava dormendo in un Bed&breakfast di Trapani, luogo che aveva scelto per una vacanza nell’agosto scorso, assieme all’amico Alessio Menicucci, oggi 37enne, di Cascina (Pisa). Che a differenza di Fabio è riuscito a sopravvivere all’avvelenamento.
Oggi (29 maggio) in tribunale a Trapani è in programma l’udienza preliminare che vede imputati – dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura siciliana – i quattro finiti nel mirino degli inquirenti. Si tratta di Benedetta Serafico, gestore del B&B “L’Orchidea” dove è avvenuta la tragedia; Antonino Serafico e Tuzza Augugliaro, marito e moglie proprietari dell’immobile in cui si trova la struttura ricettiva; Bartolomeo Altese, titolare del panificio situato al piano terra dello stabile.
Proprio dalla canna fumaria del panificio, che partendo dal piano terra sale su e attraversa tutto lo stabile, sarebbe fuoriuscito il gas che ha avvelenato Fabio e Alessio. Secondo l’accusa, le esalazioni letali si sarebbero sprigionate a causa delle condizioni precarie dell’impianto, apparso usurato ai vigili del fuoco che hanno eseguito i rilievi tecnici: il monossido sarebbe fuoriuscito e penetrato nella camera dove dormivano i due turisti, passando dal condizionatore. Che – sempre secondo l’inchiesta – era acceso, con le finestre chiuse: in questo modo la camera si è trasformata in una trappola col gas.
I quattro imputati sono accusati di omicidio colposo per la morte di Fabio e di lesioni colpose gravissime per quanto riguarda Menicucci. Sarà il giudice dell’udienza preliminare del tribunale trapanese a decidere se mandarli a processo. Nel corso dell’udienza si costituiranno parte civile i familiari di Fabio, assistiti dagli avvocati Elena Libone e Fabrizio Pelletti.