Pochi rientri nelle loro città d’origine per i maestri di scuola elementare siciliani che lavorano in altre regioni. Torneranno quasi esclusivamente quelli che hanno chiesto e ottenuto di usufruire della 104, cioè la legge che garantisce agevolazioni nel lavoro a chi deve accudire un parente ammalato o con disabilità. Qualche giorno fa, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato i cosiddetti movimenti del personale della scuola primaria: trasferimenti, provinciali e interprovinciali, passaggi di cattedra e di ruolo. Fornendo ai sindacati tutti i numeri di una operazione che solo in Sicilia ha coinvolto oltre mille e 500 insegnanti. Ma è scorporando la quota di trasferimenti e passaggi da altre province verso la Sicilia che emerge una realtà del tutto singolare: il grosso dei rientri nell’Isola, a seguito delle assunzioni determinate due anni fa dalla riforma della “Buona scuola” o dai docenti emigrati verso le regioni settentrionali in anni precedenti, è stato possibile solo utilizzando la “precedenza” prevista dagli accordi sindacali per soggetti disabili, che assistono parenti in situazione di handicap o per altre gravi motivazioni.
La maggior parte di queste precedenze riguarda maestri che assistono parenti le cui condizioni di salute sono considerate gravi. Una quota che in Sicilia è piuttosto elevata, il 68,3 per cento. In altre parole, due trasferimenti su tre si sono concretizzati attraverso precedenze che consentono a docenti con minore punteggio di scavalcare i colleghi che hanno maturato più anni di servizio. Una situazione che parecchi considerano ingiusta per via delle dimensioni del fenomeno. Quello siciliano è un record (quasi) nazionale: solo la Calabria è avanti in questa particolare classifica, con il 77 per cento di insegnanti che sfruttano la 104.
È spulciando i dati delle altre regioni che viene a galla l’anomalia. Perché la media nazionale di trasferimenti “con precedenza” ammonta al 21 per cento. E nelle regioni settentrionali i trasferimenti privilegiati sono pochissimi: appena uno su cento. In Veneto addirittura una sola su 147. Per i 224 maestri siciliani che sono riusciti a spostarsi di provincia con i trasferimenti adesso comincia una nuova vita vicino alle pareti domestiche. Ma in giro per l’Italia ci sono circa
tremila colleghi che attendono da qualche anno di rientrare in Sicilia. L’unica speranza, a questo punto, risiede nelle assegnazioni provvisorie che, approfittando della deroga al vincolo di permanenza triennale nella sede di prima assunzione, l’anno scorso riuscirono a portare in Sicilia migliaia di maestri. Ma l’anno prossimo scatterà probabilmente il vincolo triennale e solo pochissimi potranno avvicinarsi a casa. Tutti gli altri dovranno aspettare tempi migliori.