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19/07/2017 07:34:00

Mafia, colpo al clan di Brancaccio a Palermo: 34 arresti . Estorsioni, minacce e...

  La Polizia e la Guardia di Finanza di Palermo, eseguendo un provvedimento emesso dal Gip nell'ambito di indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, stanno procedendo, in Sicilia, Toscana, Lazio, Puglia, Emilia Romagna e Liguria, all'esecuzione di 34 misure cautelari nei confronti di mafiosi della cosca di Brancaccio e loro complici e al sequestro di numerose aziende, per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro.

Tra gli arrestati c'è Pietro Tagliavia, capo del mandamento mafioso di Brancaccio e della famiglia di ''Corso dei Mille'', attualmente ai domiciliari. Le indagini, eseguite dalla Squadra Mobile e dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, hanno consentito di fare luce su episodi di minacce, danneggiamento, estorsione, furto e detenzione illegale di armi da parte di esponenti della cosca di Brancaccio e di ricostruire l'organigramma delle famiglie mafiose che appartengono al mandamento, definendo ruoli e competenze di ciascuno e individuando i capi.

L'inchiesta ha svelato il controllo, da parte della mafia, di un gruppo imprenditoriale che opera in diverse regioni, tra le quali Sicilia e Toscana. Polizia e Guardia di Finanza stanno sequestrando veicoli e autoveicoli utilizzati per la commissione dei reati contestati e aziende riconducibili ai mafiosi arrestati.

Tra gli arrestati dalla polizia e dalla Finanza di Palermo, che hanno azzerato il clan mafioso di Brancaccio, c'è anche il fratello di Giovanni Lo Porto, l'operatore umanitario sequestrato da Al Qaeda nel 2012 e assassinato tre anni dopo durante un'operazione antiterrorismo degli Usa da un drone.Secondo gli inquirenti, sarebbe stato il braccio destro di Pietro Tagliavia, che dai domiciliari continuava a "governare" la cosca. Quella dei Tagliavia è una famiglia mafiosa di Palermo coinvolta anche nelle stragi del '92 e del '93. Lo Porto avrebbe gestito il racket del pizzo.

Le attività di indagine, condotte dalla Squadra Mobile e dal Gico del Nucleo di polizia tributaria con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, sono servite a fare luce su una serie di episodi criminali come estorsioni, danneggiamenti e detenzione di armi relativi alla cosca di Brancaccio, nonché a ricostruire meglio l’organigramma delle famiglie mafiose, individuando ruoli e competenze degli associati e degli elementi di spicco. L’operazione condotta all’alba ha portato inoltre al sequestro, per un valore complessivo di circa 60 milioni, di numerose aziende e veicoli.“