La Regione Siciliana ha ottenuto dalla Corte dei Conti il via libera al bilancio del 2016. Non un giudizio scontato, perchè per la prima volta nei giorni scorsi era apparsa concreta la possibilità che il rendiconto venisse bocciato, costrigendo il governo Crocetta ad una manovra finanziaria durissima. Invece c'è l'ok, non senza spaccature all'interno della magistratura contabile.
Il procuratore Pino Zingale aveva infatti proposto di bocciare il bilancio e il presidente delle Sezioni Riunite, Maurizio Graffeo, aveva concesso al governo tre settimane per difendersi dalle critiche.
Crocetta e l’assessore all’Economia Alessandro Baccei hanno preparato una manovrina che copre le falle alle critiche principali (tutte incentrate sulla mancanza di fondi per coprire rischi contabili).
Ma questa manovra è stata ritenuta insufficiente da Zingale. Il procuratore ha contestato che i fondi creati da Baccei per attutire il rischio di perdite per contenziosi, debiti delle partecipate e derivati finanziari siano sufficienti. In particolare, secondo Zingale, dai derivati potrebbe arrivare una perdita di oltre 200 milioni mentre nel fondo rischi ne sono stati accantonati appena 20. Gli stessi dubbi sono stati avanzati per il fondo che dovrebbe coprire le perdite delle partecipate, in cui Baccei ha accantonato appena 3 milioni. Allo stesso modo Zingale ha sottolineato che contro la Regione sono pendenti oltre seimila cause, alcune delle quali valgono centinaia di milioni: in particolare una da 100 milioni, che riguarda una partecipata, e che secondo Zingale vede per l’amministrazione «un’altissima probabilità di soccombenza». E anche in questo caso il fondo predisposto per far fronte alle eventuali sconfitte risulterebbe insufficiente.
Il procuratore si è spinto a paventare il rischio di un default, calcolando che «l’importo ingente dei residue attivi, due miliardi fa sorgere serie perplessità sia sull'esigibilità, sia sull'esito della riscossione». In sintesi, la Regione avrebbe ancora iscritte in bilancio fra le entrate poste che potrebbero non essere mai incassate.
Baccei ha preparato una difesa che ruota sulla creazione di fondi che coprono se non tutto almeno il «reale» rischio. La linea difensiva è stata affidata a Maria Mattarella, capo dell’Ufficio Legale e nipote del Presidente della Repubblica. Che ha evidentemente convinto i magistrati. Dopo circa 5 ore di camera di consiglio, le Sezioni Riunite hanno emesso il verdetto di approvazione del bilancio. Non accolta alcuna delle richieste del procuratore, se non quella che riguarda un buco dell’Ast (Azienda siciliana trasporti) di cui il governo dovrà farsi carico.
Per Crocetta «i nostri conti sono a posto. Quando mi sono insediato c’era un buco di due miliardi che abbiamo risanato».
L’opposizione va ugualmente all’attacco: «Apprendiamo che malgrado il ribadito atto di accusa del procuratore generale Pino Zingale, che ha ritenuto insoddisfacenti i correttivi apportati dal governo Crocetta, la Corte dei Conti ha approvato il consuntivo 2016 della Regione. Tale approvazione ha più un sapore di benevolenza che di reale convincimento sulla bontà dei conti» ha detto il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone. Mentre per Giancarlo Cancelleri, candidato dei grillini alla presidenza della Regione, «Crocetta esulta per la parifica, ma non c’è assolutamente nulla da gioire perché si tratta di una quasi bocciatura dato che i rilievi avanzati fanno emergere come i conti della Regione non sono assolutamente in ordine. Il gioco delle tre carte di Crocetta e Pd è fallito. La prima azione da fare per il prossimo governo sarà avviare la procedura speciale della due diligence con la Corte dei Conti, procedura che prevede la verifica della veridicità di tutte le entrate e di tutte le uscite».
La capogruppo del Pd, Alice Anselmo, sottolinea che «ll giudizio di parifica della Corte dei Conti fa finalmente chiarezza sul buon lavoro fatto dal governo, grazie anche al contributo del gruppo Pd per il risanamento e la messa in sicurezza del bilancio regionale. Ora archiviamo le polemiche alimentate ad arte da quelle forze politiche che sanno solo remare contro gli interessi della Sicilia, e utilizziamo al meglio questo scorcio di legislatura per approvare alcuni importanti provvedimenti attesi da molte categorie».
Incassata la parifica del bilancio da parte della Corte dei conti, il governatore Rosario Crocetta scuote il Partito democratico e il centrosinistra rilanciando la sua candidatura e chiedendo ai dem di convocare la consultazione della base: «La Corte dei conti ha certificato il buon lavoro svolto sul bilancio, ricordo che nel 2012 si parlava di Sicilia in default — dice Crocetta — quindi visto questo risultato non vedo perché non dovrei ricandidarmi. Qualcuno invoca la primarie? Bene, facciamole, io sono pronto. Non ho mai avuto nulla da temere da confronto con gli elettori e con la base del centrosinistra. Non ho alcuna intenzione di fare il tiro al bersaglio da qui a novembre per dare sponda a qualcuno che vuole denigrare il lavoro svolto in questi anni solo per fini personali».