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27/07/2017 06:00:00

Incendi, allarme frane lanciato da Nicolò Coppola. Appello a denunciare di Matteo Rizzo

Lungo la statale che da Trapani porta a San Vito lo Capo ci sono i segni devastanti degli incendi di domenica scorsa e di martedì appiccati contemporaneamente in più zone. Nella zona di Azzalora, Sciacca Baida e monte Sparacio sono andati in fumo vigneti, uliveti e allevamenti di mucche, che i proprietari per fortuna sono riusciti a salvare. Per molte famiglie quei terreni rappresentavano l’unica fonte di sostentamento. E’ invece l’odore di bruciato a preannunciare la desolazione che inizia subito dopo il centro abitato di Casteluzzo fino all'ingresso della Riserva dello Zingaro e nella sua parte alta, da Sughero a Pontecorvo, dov’è tutto bruciato. Sono queste le scene di un territorio martoriato, scene, purtroppo, già viste.

Quattro grandi incendi in venticinque giorni non era mai capitato e questo ci deve allarmare e non poco”. Sono le parole del sindaco di Castellammare, Nicolò Coppola, che abbiamo sentito all’indomani del nuovo terribile incendio che ha devastato uno dei patrimoni naturalistici più importanti della provincia di Trapani, già pesantemente colpito dal fuoco nel 2012. E non sono da meno le parole del sindaco di San Vito Lo Capo, Matteo Rizzo, che lancia un appello a chiunque sappia o abbia visto qualcosa a farsi avanti e a denunciare.

Sindaco Nicolò Coppola, dopo gli incendi degli ultimi giorni, qual è la situazione. Quali azioni state intraprendendo?

Ieri mattina abbiamo fatto un sopralluogo con la Protezione Civile, l’incendio al momento si è fermato anche se sotto gli alberi fa impressione vedere ancora il fumo, perché con il vento forte che c’è attualmente potrebbe ripartire. Ma non mi preoccupa tanto questo, perché tra quest’ultimo incendio e quello dell’undici luglio ormai è tutto bruciato, mi preoccupano più che altro gli altri focolai alla riserva e nei dintorni ma il pericolo maggiore è quello che si presenterà con le prime piogge. Bisogna interrogarsi su questo. Su quanti e quali rischi ci sono sulla statale 187”. 

Siccome siamo sopra la strada, il problema è quello della caduta massi. L'altro ieri abbiamo chiuso la strada per fare una prima bonifica, causando dei disagi agli automobilisti, ma serviva per delle verifiche e non si poteva fare diversamente. Ora questo lavoro va fatto scientificamente. La Protezione Civile sta facendo le proprie valutazioni, io sto per incontrare i responsabili del Genio Civile e cercheremo assieme di realizzare un progetto nell’attesa che venga preso qualche provvedimento che riguardi tutta la Sicilia. Il problema non è solo nostro, ma di tutta l’Isola. Per questo dovrebbe essere proclamato dal Governo Nazionale lo stato di calamità naturale.

Sindaco Coppola ha sentito in queste ore il presidente della Regione, Rosario Crocetta?                                                  Sinceramente non l’ho sentito e non mi interessa più di tanto, perché i politici devono imparare a fare bene il loro mestiere e non a vendere chiacchiere. Ho letto sul giornale che lui attribuisce a qualche altro la colpa di tutto questo. Ognuno di noi quando ha un ruolo deve assumersi le proprie responsabilità, e non cercare di addossarle ad altri. Lui va a Roma a fare la polemica, quando più semplicemente dovrebbe spiegare perché ci si riduce ad assumere le persone nel mese di luglio, quando non servono più o servono a poco, e non vengono invece assunte, ad aprile - maggio quando si fanno i viali parafuoco e le altre azioni preventive".

"Se non facciamo prevenzione, è inutile che polemizziamo dopo. Io sono concreto e non mi piace polemizzare con nessuno ma la situazione è quella che è, ed è molto delicata. Così non si va da nessun parte. Questo è purtroppo un attacco mirato, capisco la complicità delle alte temperature, ma da sola l’alta temperatura non ne produce incendi. Il grido d’allarme lo lancio perché sono molto preoccupato per quello che potrà succedere il giorno in cui pioverà. Con l’ultimo incendio c’è il rischio che i massi cadano sulla strada statale, e qui bisogna intervenire subito. Ho il dovere di rappresentare questa legittima preoccupazione, come stanno facendo i miei colleghi dei Comuni vicini con i quali ci sentiamo costantemente”.

Matteo Rizzo, sindaco di San Vito Lo Capo, cosa ci dice, com'è la situazione a pochi giorni dagli ultimi roghi?

Diciamo che è rientrata in una certa normalità, non ci sono per fortuna danni alle abitazioni anche a Castelluzzo, rimane il danno al patrimonio naturalistico. E’ chiaro che con tre incendi nel giro di un mese, la situazione è abbastanza pesante. Oggi sentivo al telefono l’ufficio dello Zingaro e nel giro di qualche giorno speriamo possa riaprire la riserva. Fatto che porterebbe a rassicurare i turisti.

Cosa si può fare e cosa fate come amministratori, a parte sollecitare le autorità regionali competenti, e cosa fate per prevenire?
La competenza della materia è in particolare della Regione. Ma è chiaro che in un territorio vasto come la Sicilia e com’è il nostro di San Vito - il fuoco è partito tra Castelluzzo e Custonaci-, anche con i sistemi più evoluti non è facile individuare i colpevoli che hanno appiccato il fuoco, come non è facile attivarsi in condizioni meteo particolari, con 40 gradi di temperatura e vento forte di scirocco e con il fuoco in montagna. Non possiamo più permettere che il nostro territorio venga devastato in questo modo, se qualcuno sa qualcosa, se qualcuno ha visto qualcosa che inizi a parlare e a denunciare quanto sa, istituzioni o privati cittadini si assumino le proprie responsabilità.

I soccorsi ci sono stati, i canadair hanno effettuato 70/80 lanci tra lo Zingaro e Castelluzzo, c’è stato l’intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, ma miracoli non se ne possono fare. C’è purtroppo la disonestà di alcuni che non amano il proprio territorio e non è facile arginare questo sentimento distruttivo, anche con tutte le telecamere possibili disposte sul territorio. Purtroppo quando c’è gente che vuol fare del male il modo per colpire lo trova.

Ci saranno ripercussioni per il turismo a San Vito e nelle zone vicine?

No, per fortuna San Vito lo Capo non è stata intaccata. Il fuoco è stato a Calampiso e in zona, a 12 chilometri da San Vito, nella parte alta dello Zingaro, non sono state intaccate Makari e Castelluzzo se non, anche qui, nelle zone più alte. Il territorio è integro dal punto di vista turistico anche se rimane il danno naturalistico alla flora e alla fauna che è comunque fondamentale per la nostra economia. C’è tanta rabbia perché c’è tanta gente che lavora per costruire e pochi ma che riescono ad incidere, che lavorano per distruggere e ci riescono certe volte. Per potenziare e prevenire ho suggerito l’utilizzo dell’esercito per giornate particolari, però è una cosa che forse lascia il tempo che trova, se vogliono colpire lo fanno ugualmente".

Anche il sindaco di Custonaci, Giuseppe Bica, è intervenuto sui recenti incendi annunciando il rinvio dei festeggiamenti per il ventennale della Riserva di Monte Cofano e denunciando la mancanza di un'operatività centrale da parte della Regione.

L'ennesimo attentato incendiario si è sviluppato secondo le previsioni e i Comuni assistono impotenti con le sole armi del volontariato, senza risorse, senza un'organizzazione centrale. Eppure ci sono nuove tecnologie che consentono di avvistare l'incendio alla prima fiammella ma a questo dovrebbe seguire un immediato pronto intervento che, invece, arriva solitamente in ritardo. Per i recenti fatti accaduti, insieme alla Riserva Naturale di Monte Cofano abbiamo deciso di rinviare la festa del ventennale della Riserva di Monte Cofano prevista per il 25 luglio 2017, a causa degli incendi che hanno devastato copiosamente i nostri boschi. Non ci sembra corretto festeggiare in questo momento così triste per l'ambiente isolano".

INCHIESTA MAGISTRATURA - Intanto sugli incendi che hanno devastato la riserva dello Zingaro, è stata aperta un'indagine contro ignoti. Lo ha confermato all'AGI, il procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio: "Ci risulta che sono divampati oltre quattro focolai in contemporanea - dice Cartosio - e questo e' un segnale chiaro dell'organizzazione dell'atto incendiario. Stiamo indagando, anche sulle motivazioni che possono spingere a questi eventi", ma senza un patto complessivo, "senza la collaborazione della popolazione rischiamo di avere grossi limiti. La Sicilia rischia di trasformarsi in un rogo continuo, serve l'impegno di tutti, la popolazione deve difendere il proprio patrimonio paesaggistico". L'Ispettorato forestale di Trapani ha fatto il conteggio degli ettari distrutti nell'ultimo incendio, oltre 400. Per domarlo sono stati impiegati 50 operai antincendio, 10 ispettori e 3 canadair.

PIU' MEZZI E UOMINI RICHIESTI DAL M5S - Nelle ultime ore è arrivata la richiesta di più uomini e mezzi a prevenzione delle aree risparmiate dal fuoco, fatta dalla deputata del M5S Valentina Palmeri che ha girata all'Ispettorato ripartimentale delle foreste di Trapani presso l'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente.

"A Monte Bonifato, sud Monte Erice, Montagna Grande, ciò che rimane del Bosco Angimbè si presti attenzione inviando preventivamente i mezzi anche alle isole - afferma la deputata Palmeri - da Pantelleria alle Egadi, isole al momento assolutamente carenti di mezzi antincendio”.
 “Dopo lo scempio di queste settimane - spiega Palmeri - con le più importanti aree a verde praticamente distrutte dalle fiamme, si può ancora fare qualcosa, basterebbe saper razionalizzare le risorse a disposizione. Credo che concentrare uomini e mezzi nelle aree ancora non toccate dal fuoco, sia assolutamente fattibile. L’ispettorato ripartimentale delle foreste di Trapani, invii personale e mezzi antincendio a presidio e prevenzione".