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14/08/2017 06:05:00

La ragazzina scappata di casa da Favignana. C'è un indagato: adescata su Facebook

 C'è un indagato per la storia della ragazzina scomparsa di casa da Favignana e ritrovata dai carabinieri 48 ore dopo a Palermo, in compagnia di un uomo, adesso, appunto, al centro delle indagini della Procura di Trapani. L'accusa è di "sottrazione consensuale di minore".

Di lei non si avevano più notizie dalle 19 di giovedì. Era uscita di casa, nell’isola di Favignana, con la sorella maggiore per recarsi in un supermercato. La ragazza è rimasta fuori dall’attività commerciale, mentre la sorella stava facendo degli acquisti. All’uscita non ha trovato la sorella minore.

Dopo le denunce e gli appelli, il ritrovamento. Tutto è bene quel che finisce bene? Quasi, perchè la ragazzina ha raccontato alla famiglia e ai genitori di aver conosciuto quell'uomo, molto più grande di lei, su Facebook. Ed è stata lui a convincerla a fuggire. Si tratta di un uomo noto alle forze dell'ordine, pluripregiudicato, di 27 anni. L'uomo vive a Milano. E' arrivato a Favignana, e l'ha convinta ad andare con lui. Per la famiglia sono state ore di angoscia, come per tutta l'isola. 

A mettere i carabinieri nella giusta traccia, subito dopo la denuncia, è stato un conoscente della famiglia, che ha riferito di averla incontrata nella zona del porto con un giovane che non conosceva, intorno alle 19 e 20 di giovedì sera. Da lì sono partite e ricerche prima a Trapani - dove il titolare di un B&B ha riconosciuto la ragazzina e ha fornito molti elementi utili ai carabinieri -,  poi a Palermo. E proprio a Palermo la coppia è stata rintracciata mentre passeggiava, in attesa di prendere la nave per Genova. 

Alla ragazzina è finita bene. Perché il giovane che da lei, in chat due mesi fa si era presentato come un ragazzo di 27 anni, pieno di promesse di vita per lei, che viveva a Milano con la mamma, e che era pronto anche a farla finita se lei non fosse partita a Milano con lui, in realtà solo sull'età non mentiva. Per il reato aveva un curriculum criminale di tutto rispetto, con diversi reati contro la persona e, cosa ancora più grave, con diversi precedenti proprio per violenza sessuale.

Purtroppo adescare ragazzini in rete per i malintenzionati è facilissimo, ormai. La colpa non è della rete, che è uno strumento, ma della scuola e soprattutto delle famiglie che non solo non insegnano ai ragazzi i codici elementari per difendersi in rete - a cominciare dal classico: mai dare confidenza agli sconosciuti - ma spesso, e ciò vale per le famiglie, mettono in mano dei ragazzini anche a nove o dieci anni cellulari di ultima generazione senza alcuna forma di controllo.