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25/08/2017 06:00:00

Elezioni regionali 2017, Armao in tour. Si e Art.1 in rottura con Orlando. No ad Alfano

Silvio Berlusconi cerca casa a Palermo, Gaetano Armao sta per iniziare il suo tour elettorale. Casa per casa, così ha detto il Cavaliere, cercando di tendere la mano a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, invocando una sintesi per l'unità del centro destra che non potrebbe escludere il famoso ticket, che però vedrebbe la figura di Nello Musumeci fare un passo indietro per il posizionamento alla poltrona di vice presidente.

Un frase fatta, per riscaldare i cuori dei tanti siciliani, elettori di centro destra, che non comprendono i movimenti di quella parte politica.
Fuffa e fumo negli occhi. Musumeci non farà un passo indietro, la sua candidatura, messa in piedi da più di un anno, non arretrerà. A schiesarsi con Musumeci anche Cateno De Luca, Sicilia Vera. Chiede a Berlusconi di non sacrificare la Sicilia ma di convergere sul
leader di Diventerà Bellissima.

Dall'altra parte i forzisti vogliono un moderato, un candidato liberale, che rinnovi l'Isola e che di indignato, a parte lo slogan, non abbia nulla.
Berlusconi rivendica il ruolo di Forza Italia, un movimento importante che non può subire le condizioni dei partiti con percentuali risicate.
Prove tecniche di elezioni politiche nazionali. Spazio, dunque, alle truppe del PD che rischiano di vincere per la seconda volta con una maggioranza parlamentare risicata e che pertanto sarà costretta, nella migliore delle ipotesi, a riequilibrarsi con i voti dei liberali per mantenere la governabilità dell'Isola. Esperimento che verrà ripetuto nella primavera del 2018, del resto Matteo Renzi è tanto gradito a Berlusconi e la spalla a cui appoggiarsi è già pronta. Alfaniani compresi. Copione scritto, regia romana. Il Partito Democratico è pronto a scendere in campo con Fabrizio Micari, rettore dell'Università di Palermo, sponsorizzato dal sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando.

Lo stesso Orlando aveva posto delle pregiudiziali o Micari ovvero avrebbe mollato la coalizione. Diciamo che più che una pregiudiziale suonava come un'onda che avrebbe potuto travolgere ancora di più i dem. Si rompe però l'asse con Art. 1 e con Sinistra italiana, il veto su Angelino Alfano resta lì, nessuna manovra né apertura. Mollano l'alleanza e pensano ad un loro candidato tra Claudio Fava e Corradino Mineo.

A volere rompere Roberto Speranza, il modello Palermo con la presenza di Ap non è gradita: “Non possiamo consentire che la Sicilia diventi merce di scambio e laboratorio politico del Partito della Nazione. Per questo ribadiamo il nostro NO all’alleanza con Alfano e il no dei Siciliani ad una politica che piega e mortifica le aspettative della Sicilia sull’altare degli equilibri nazionali. ll Partito Democratico con la scelta di subordinare le elezioni regionali al patto romano con Alfano, tenta di trasfigurare la proposta politica e sociale che abbiamo avanzato insieme al sindaco Orlando: con il rischio di ridurre lo stesso sindaco al ruolo di comprimario di un sistema solido nella sua tragica inefficacia... Abbiamo scelto dunque, di non arrenderci all’idea che nulla possa mai cambiare, e che il nostro ruolo debba essere solo quello della testimonianza. Una sinistra utile, non a se stessa, ma al cambiamento concreto, materiale, che riguardi la vita delle persone alle quali ci rivolgiamo. Non saremo né testimoni né comprimari della conservazione. Con umiltà, ma con grande determinazione, noi andremo avanti per proporre un’alternativa ai siciliani e alle siciliane”.

Orlando cerca di ricucire lo strappo e chiede unità di intenti e programmi, il sindaco di Palermo parla di errata interpretazione “Il nome di Micari non è stato fatto da Renzi e Alfano. È un nome che ho fatto io, ma non perché lo conosco, non so neanche dove abita. L’ho individuato perché ha tutte le caratteristiche per rappresentare un progetto di civismo politico, conosce la pubblica amministrazione, è stato eletto coi quattro quinti dei voti al primo turno e sappiamo quanto variegato sia il mondo accademico. Questo è segno della sua grande capacità di ascolto e di dialogo”.