Si va verso la ripetizione del voto delle "Regionarie" del Movimento Cinque Stelle in Sicilia. Il giudice della Quinta sezione civile del Tribunale di Palermo si è riservato, nell’udienza di oggi, la decisione in merito al ricorso presentato dall’attivista del Movimento Cinque Stelle, Mauro Giulivi, contro le Regionarie, da cui era stato escluso per la mancata presentazione di un documento. Gli effetti e la validità della consultazione, che a luglio ha incoronato Giancarlo Cancelleri candidato presidente, erano stati sospesi nei giorni scorsi. Oggi si è proceduto, secondo quanto previsto dal provvedimento del magistrato, all’integrazione del contraddittorio.
Giulivi, attraverso il proprio legale, ha aperto alla possibilità della ripetizione della consultazione solo per la scelta dei candidati di Palermo. Ma il secondo turno, quello che ha fatto prevalere il nome di Cancelleri quale aspirante governatore, sarebbe da ripetere integralmente.
“Il tempo c’è per ripetere la consultazione online- ha detto il legale- per cui non esisterebbe il danno che produrrebbe un nuovo voto, come sostiene invece il Movimento. L’incontro di oggi- ha proseguito – ha riguardato esclusivamente la sussistenza o meno dei tempi per indire nuovamente la consultazione e raccogliere le firme per la presentazione delle liste. Non si è più discusso della fondatezza dell’esclusione di Giulivi anche perchè, durante l’udienza, abbiamo depositato un’intervista, resa a Repubblica, dal sindaco di Torino, Chiara Appendino nel marzo 2017, dalla quale si evince che ne’ lei, ne’ i consiglieri torinesi avevano sottoscritto il codice etico. Documento del quale a Giulivi è stata contestata la mancata sottoscrizione e da cui, poi, è scaturito il procedimento disciplinare e l’esclusione dalle regionarie. Secondo noi, c’è ancora tempo per ripeterle”.
DI MAIO. Da imbattibile super-favorito a imbattibile per assenza di avversari "alla sua altezza": scaduto il termine per l'invio delle candidature, Luigi Di Maio resta per ora l'unico "big" in corsa per le primarie del M5S. Ma in arrivo ci sarebbero i nomi di altri esponenti "minori" del Movimento. Nessuno dei leader pentastellati si è fatto avanti per sfidare il vicepresidente della Camera. Lo stesso Alessandro Di Battista su Facebook ribadisce di non voler correre: "È la scelta giusta. Tra poco si inizierà a votare e invito alla massima partecipazione". Rinuncia definitivamente a candidarsi anche Roberto Fico, esponente dell'ala ortodossa e in dissenso con la regola secondo cui il vincitore delle primarie sarà anche il capo politico del M5S, ruolo finora tenuto da Grillo.
Un dissenso che Beppe Grillo, arrivato ieri sera a Roma, proverà a placare incontrando probabilmente lo stesso Fico, che paventa il rischio che una serie di poteri sia accentrata non più nel "garante" ma in un suo esponente, presumendo così un conflitto di interessi. Un tema ripreso anche dal Financial Times, che dedica un'intera pagina alla "scarsa trasparenza" dei capi del M5S, in riferimento a Davide Casaleggio e al ruolo della sua società all'interno del Movimento. Ruolo che, secondo quanto sostiene il principale quotidiano economico britannico, sarebbe "coperto da segretezza".
Per il resto, il rebus sui candidati sembra risolversi in un nulla di fatto. Silenti Barbara Lezzi e Nicola Morra. Fuori dai giochi anche Roberta Lombardi, che venerdì ha annunciato ufficialmente su Facebook la sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio nel 2018. Mentre un altro potenziale avversario di Di Maio, Carlo Sibilia, si fa da parte augurando "in bocca al lupo" a chi correrà alle primarie e richiamando il Movimento delle origini.