Rinviata a martedì prossimo la decisione del giudice Franco Messina sulla richiesta dell’avvocato difensore Giovanni Di Giovanni di riunificare a quello avviato a Marsala il processo che vede imputato l’ex sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi accusato di diffamazione in danno del maresciallo dei carabinieri Giovanni Teri.
Dopo avere ascoltato tutte le parti (pm e legale di parte civile si sono opposti alla richiesta dell’avvocato Di Giovanni), il giudice Messina si è riservato di decidere.
Anche se probabilmente dirà “no” alla richiesta della difesa. A farlo intuire è l’invito del giudice al maresciallo Teri di presentarsi comunque per martedì prossimo per l’eventuale deposizione. I fatti risalgono al 2013, quando Vittorio Sgarbi, nel corso di una conferenza stampa, tenuta dopo essere stato sentito come teste nell’ambito del procedimento di prevenzione a carico dell’ex deputato regionale Giuseppe Giammarinaro, dichiarò: “Mai nessuno delle istituzioni è venuto a dirmi di stare attento a Giammarinaro, né il maresciallo dei carabinieri di Salemi che mi risulta andava a cena con Giammarinaro e che Giammarinaro veniva presentato come l’amico di Giovanni”. A Marsala, davanti al giudice monocratico Maria Pia Blanda, il processo a Sgarbi è iniziato lo scorso novembre e alla sbarra vede anche l’ex vice sindaco Antonella Favuzza. Intanto, il legale di parte civile Mariella Martinciglio ha chiesto un milione di euro a Sgarbi e 500 mila euro alla Favuzza. Secondo l’accusa, il noto critico d’arte, quando era sindaco, e la Favuzza avrebbero “in più occasioni” rilasciato dichiarazioni “tendenti a gettare discredito sull'operato” dell'allora comandante della locale stazione dei Carabinieri. Il maresciallo Teri aveva svolto attività di pg nell’ambito dell'indagine che in seguito verrà battezzata “Salus Iniqua” e in altre che poi furono alla base del provvedimento sfociato nello scioglimento del Comune di Salemi per infiltrazioni mafiose. Il sottufficiale, tramite il suo legale, ha preannunciato l’intenzione di costituirsi parte civile contro entrambi gli imputati, ai quali chiederà il risarcimento dei danni. Le “offese alla reputazione” del sottufficiale sarebbero state poste in essere attraverso varie dichiarazioni, comunicati stampa, interviste rilasciate su quotidiani o su emittenti televisive locali. Nove sono le frasi contestate all'ex sindaco Sgarbi, solo una invece alla Favuzza.