Si è fatta forse un po’ di confusione dopo che il commissario straordinario Salvatore Caccamo ha disposto che le associazioni di volontariato liberassero i locali di via Mattarella, per far posto alla Polizia municipale, vista la sede di piazza Matteotti risultata inagibile ad un controllo in seguito alla serie di scosse avvenute a Castelvetrano.
Dopo il crollo di alcuni pannelli in cartongesso dal controsoffitto, i tecnici comunali avevano infatti rilevato delle lesioni incompatibili con la sicurezza del personale e dell’utenza, soprattutto nell’ottica di ulteriori scosse lievi che ne avrebbero potuto peggiorare lo stato.
Le associazioni che, data l’emergenza hanno dovuto liberare la struttura di via Mattarella per far posto ai vigili urbani, sono cinque: Croce Rossa Italiana (Cri), Angeli per la Vita, Nucleo Operativo Emergenze (Noe), Gruppo Internazionale Volontariato Arcobaleno (Giva), Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo (ANVFC).
E’ rimasta invece l’Associazione Radioamatori Italiani (Ari).
Si tratta di associazioni che forniscono la loro attività di volontariato per far funzionare il Centro Operativo Comunale (Coc) ed il Centro Operativo Misto (Com), responsabili della prima risposta alle emergenze, in termini di protezione civile. Centri ed associazioni, appunto, ubicate tutti nella stessa struttura.
Il malcontento, forse per i tempi brevi e formali di comunicazione dovuti all’emergenza della decisione, si è però trasformato in un messaggio fuorviante per l’opinione pubblica: come se la commissione straordinaria avesse misconosciuto gli innegabili meriti delle associazioni e la loro preziosa attività nei confronti della collettività.
Probabilmente, a rendere le cose più difficili, è stata l’interpretazione un po’ troppo “libera” di un passaggio della comunicazione del commissario Caccamo alla cittadinanza, in cui scriveva che “non risulta a questa Commissione che le stesse (associazioni di cui sopra, ndr) abbiano mai utilizzato l’immobile in parola per lo svolgimento di attività di volontariato di protezione civile.”
Qualcuno ha inteso la cosa come se le associazioni non avessero mai svolto proprio nessuna attività di protezione civile, trascurando invece il chiaro riferimento all’uso dell’immobile e non all’attività in sé. I commenti sui social hanno fatto il resto e si è formata una cerchia di persone che l’ha presa sul personale, come se fossero stati accusati di non aver mai svolto il proprio dovere.
Certo, il fatto che le sedi fossero state tutte nello stesso posto e servissero anche come deposito di attrezzature da usare all’abbisogna, comportava una certa comodità funzionale per le attività di volontariato, ma va da sé che la priorità non poteva che essere data alla celere soluzione di un problema di sicurezza certificato dai controlli effettuati.
Colpisce anche che nessuna delle associazioni fosse stata in regola col contratto di comodato d’uso, scaduto dal 2014. Il commissario Caccamo ha sottolineato che da quando si è insediata la commissione, nessuno ne ha mai chiesto il rinnovo. Richieste che, d’altra parte, non erano state avanzate al sindaco né nel 2015, né nel 2016. Insomma, non è che ci tenessero particolarmente ad essere abusivi, ma l’andazzo era quello.
Abbiamo chiesto al commissario Caccamo, cosa ne pensasse su quanto accaduto.
“Per me, in questo momento, l’esigenza preminente è quella della sicurezza – ha dichiarato - Non solo dei dipendenti, ma anche per l’utenza che si reca negli uffici di polizia municipale. Purtroppo non ho altra scelta. E di fronte ad una situazione di pericolo, valutata dalle certificazioni che vengono rilasciate dagli uffici competenti, nessuno potrebbe assumersi la responsabilità di mantenere gli uffici ancora lì. Quello di piazza Matteotti è infatti risultato l’unico edificio tra quelli censiti dopo le scosse che, a differenza degli istituti scolastici, ha presentato delle lesioni”.
Le associazioni non l’hanno presa bene, hanno percepito una sorta di sottovalutazione delle loro attività di protezione civile.
“Non ho mai negato che queste associazioni abbiano dato un formidabile contributo in questo ambito. Non ho alcun dubbio che si siano adoperati per il bene della collettività, supportando gli uffici comunali e non ho mai detto il contrario. Solo un folle potrebbe negarlo. Ho solo detto che non mi risulta che gli immobili siano stati utilizzati con continuità per le specifiche esigenze di protezione civile. Un’attività che comunque può continuare ad essere fatta avvalendosi di altre sedi. Poi, se qualcuno vuole fare strumentalizzazione, è un’altra cosa. E non mi va per niente a genio. Inoltre, avevo puntualmente informato la prefettura di questa scelta obbligata di trasferimento della sede della Polizia municipale presso via Mattarella, riferendo che per farlo avrei dovuto sgomberare dei locali occupati da alcune associazioni, rappresentando anche che mi sarei adoperato per trovare loro una diversa situazione allocativa”.
Lei ha parlato di lesioni nella sede dei vigili urbani di piazza Matteotti. La questione non è quindi relativa soltanto alla caduta di alcuni pannelli di cartongesso, come era emerso inizialmente?
“Il punto non riguarda la caduta dei pannelli da sottotetto, ma la possibilità che anche a seguito di una lieve scossa, potrebbe cadere un pezzo d’intonaco. Come dicevo, sono state rilevate delle lesioni, certificate dagli uffici competenti. Difficile dire se ci fossero state anche prima e nella stessa misura, oppure se siano peggiorate dopo le lievi scosse che hanno interessato il nostro territorio”.
L’Associazione Radioamatori Italiani è l’unica che è rimasta nella struttura di via Mattarella. Perchè?
“Perché rientra in un sistema nazionale di protezione civile. Loro, all’interno di quella struttura hanno apparecchiature perennemente accese che metterebbero a disposizione dei vigili urbani. Oltre ad un traliccio che copre anche il territorio di altri comuni. In questo caso, ci sono tutte le condizioni per cui questa associazione debba rimanere”.
Egidio Morici