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05/11/2017 22:25:00

Il Rosatellum - bis è stato promulgato. I rischi della nuova legge elettorale

di Leonardo Agate - Il presidente della Repubblica ha promulgato la nuova legge elettorale, il Rosatellum – bis. Ha esercitato una sua fondamentale funzione. L’ha esercitata bene? A me sembra che avrebbe dovuto pensarci di più: ha tempo trenta giorni prima di promulgare.

Dal Quirinale si è fatto sapere che, non presentando la legge evidenti profili di incostituzionalità, era suo obbligo firmarla.

Che il Rosatellum - bis non presenti evidenti profili di incostituzionalità è possibile, ma è pur vero che fa sorgere molti dubbi sulla sua costituzionalità.

Gli interventi di numerosi costituzionalisti l’hanno attestato. D’altra parte, la legge elettorale n. 270 del 21 dicembre 2005, comunemente nota come legge Calderoli o Porcellum, ha disciplinato l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica in Italia nel 2006, 2008 e 2013, ed è stata dichiarata parzialmente incostituzionale dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 1 del gennaio 2014. Intanto, per tre volte il popolo è stato chiamato a votare con una legge costituzionalmente carente.
La legge 270/2005 è stata definitivamente abrogata in seguito all'approvazione della nuova legge, la Rosatellum – bis.
Anche la legge Porcellum fu promulgata dal presidente della Repubblica, allora Ciampi. Potrebbe succedere qualcosa di simile con il Rosatellum - bis. Si andrebbe a votare a fine inverno o ad inizio primavera, la Corte non avrebbe ancora deliberato sui ricorsi, la votazione avverrebbe, i parlamentari si insedierebbero, e comincerebbero a fare i legislatori. Ad un certo punto, in seguito a una possibile sentenza di dichiarazione di incostituzionalità, avremmo un Parlamento funzionante eletto incostituzionalmente. E’ avvenuto; potrà di nuovo avvenire. Ecco perché sarebbe stato opportuno che il presidente della Repubblica, a norma dell’art. 74 della Costituzione, rinviasse la legge alle Camere per una nuova deliberazione. Questo avrebbe consentito alle Camere, se non fossero sorde a ogni sollecitazione positiva, di modificare il testo, riapprovarlo e rispedirlo al presidente della Repubblica per la promulgazione. Sarebbe stata gran cosa abolire le liste bloccate, che costituiscono un’evidente espropriazione della libertà di voto degli elettori a favore della predominanza dei capi – bastone nella decisione sulle candidature.
Il presidente Mattarella è un giurista di lungo corso oltre che un politico. Non avrebbe nemmeno avuto bisogno dei pareri del suo staff legale per accorgersi che i dubbi sulla costituzionalità del Rosatellum - bis ci sono. Bastava che si ponesse una semplice domanda: vale più la prepotenza dei segretari di partito che decidono le liste, o la libera espressione del voto degli elettori? Se questa domanda se l’è posta prima di pubblicare la legge, i casi soni due: 1. ha sbagliato la risposta; 2. ha ritenuto più rilevante la volontà dei segretari dei partiti rispetto alla sovranità popolare.