di Leonardo Agate - Dopo le affannose settimane della campagna elettorale in Sicilia, prodromo del seguito della campagna elettorale per le politiche prossime venture, bisogna cercare un momento di divertimento e sorriso. E si può subito trovare leggendo la dichiarazione di Di Maio, candidato premier del M5S, che avrebbe dovuto avere un faccia a faccia televisivo a La7 con il segretario Pd Matteo Renzi. Il candidato pentastellato ha disdettato l’incontro, spiegando che non ha più senso incontrarsi con un segretario di partito così acciaccato come Renzi.
In effetti, Renzi esce da tre consecutive sconfitte in meno di un anno: 1. quella al referendum costituzionale, dove ci mise per intero la faccia; 2. quella alle amministrative parziali, dove ci mise mezza faccia; 3. e quest’ultima in Sicilia, dove si nascose, non potendo però sottrarsi alle critiche per la conduzione del partito.
La condotta del partito da parte di Renzi costituisce, nel complesso, un’autentica Caporetto. Non ci sono stati i soldati morti come in quella epocale sconfitta, ma il partito è risultato più morto che vivo.
Ha vinto il centro – destra, che porta Nello Musumeci alla presidenza della Regione, grazie al meccanismo delle alleanze. Nella realtà del voto, ha vinto il M5S, che ha ottenuto da solo il 26 % dei voti, mentre FI, il maggior partito dell’alleanza di centro – destra, ha ottenuto il 16%, e il Pd, principale partito del centro - sinistra, ha ottenuto il 13%. Non sono dati definitivi, ma di 4.551 sezioni su 5.300 alle ore 19 del 6 novembre, oggi.
L’esito delle elezioni siciliane avrà riverbero sulla politica nazionale, e l’onda grillina potrà essere lunga fino ad arrivare al marzo – aprile - maggio delle elezioni politiche.
Fino all’estate scorsa, il segretario Pd auspicava di andare alle urne addirittura sciogliendo anticipatamente il Parlamento, fissando anche la data in un giorno di questo novembre. Ora, dopo quest’ultima batosta, il Pd vorrebbe uno slittamento del voto politico addirittura a maggio.
Le ferite riportare ripetutamente dal Pd non sono facili da curare. Non si sa se il treno elettorale di Renzi continuerà la sua corsa per andare incontro alle popolazioni di tutte le province. I bagni di folla entusiasta che il capo Pd si aspettava, quando fece affittare il treno speciale, sono diventati di giorno in giorno aleatori e a volte ostili. Gli italiani, che per tradizione saltano sul carro o sul treno del vincitore, hanno capito che Renzi è uno sconfitto, e lo accoglieranno sempre più tiepidamente. Potrebbe avere pure difficoltà a convincere il capotreno a continuare la corsa, data l’incertezza del clima alle stazioni di arrivo.
Nel suo partito, persone autorevoli hanno parlato, la scorsa notte, di sconfitta netta. Non è improbabile che i vertiti del partito chiedano un riunione straordinaria incentrata sull’opportunità di continuare con Renzi segretario.
Fa un po’ pena questo giovanotto, diventato velocemente segretario del più grande partito della sinistra e presidente del Consiglio: intenzionato a rottamare il passato, alla fine è stato rottamato lui stesso dal presente.