"Luca (Orlando ndr), dovresti vedere: è un inferno". Così la nota fotografa di fama mondiale Letizia Battaglia definisce l'ospedale Cervello dopo aver trascorso circa 24 ore nei corridoi della struttura sanitaria, in barella. Ieri mattina la Battaglia si è svegliata con una brutta tosse e si è recata al pronto soccorso, insieme alla figlia Shobha. Così è cominciata l'attesa infinita per una visita: "I reparti sono pieni - scrive la figlia sul suo profilo Facebook - e siamo da questa mattina in corridoio. Mamma in barellla e nulla accade, non respira e tossisce senza pausa... ma come si fa a lasciare una donna a soffrire così?". Dopo qualche ora alla fotografa è stata diagnostica una polmonite: non ci sono letti disponibili però, quindi si rimane a dormire in corridoio.
"Questa notte si rimane - continua Shobha - qui in corridoio, non ci sono letti. Siamo in barella vicino a tanti altri malati, non ci sono stanze libere, ora aspettiamo i risultati dei raggi e del sangue. Per ora dicono che ha la polmonite". "A causa del cambio di stagione - spiegano dal Cervello - il pronto soccorso è intasato e le pneumologie sono piene. Ieri mattina, inoltre, sono arrivati contemporaneamente cinque uomini e otto donne con complicazioni polmonari e respiratorie. Da qui i problemi di posti letto".
Attraverso la pagina Facebook di Shobba è Letizia Battaglia stessa a lanciare un appello al sindaco Leoluca Orlando: "Luca, dovresti vedere come la Regione Siciliana tratta i suoi siciliani... questo è inferno, vieni a controllare e visitare i disgraziati che sono qui dentro", firmato Letizia Battaglia. Oggi la fotografa sta meglio: ha lasciato l'ospedale e da questa mattina si trova in una clinica.
E dopo qualche ora, puntuale, arriva la dichiarazione di Orlando. "Ancora una volta - si legge in una nota - chiediamo che la Regione affronti con assoluta priorità la condizione delle strutture di Pronto Soccorso e urgenza, che sono spesso il luogo di primo contatto fra cittadini e sanità pubblica e che dovrebbero essere un luogo di intervento e smistamento rapido alle strutture specialistiche o di dimissione. Gravi e croniche carenze strutturali, di dotazione organica e a volte organizzative rendono invece spesso i pronto soccorso luoghi di ulteriore sofferenza e mortificazione del diritto alla salute, con una connessa condizione di tensioni e mortificazione della professionalità degli operatori sanitari.
Mi auguro - conclude il sindaco - che questo tema sia fra quelli prioritari nell'agenda del nuovo Governo e del nuovo Assessore regionale".