Il piano è ambizioso: un miliardo e 250milioni di euro destinati ai neo-imprenditori del Sud che vogliono avviare un’attività. L’obiettivo ancora di più: creare 100mila nuove imprese in Meridione nei prossimi tre anni, proprio come ribadito ieri dal ministro del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti. Dopo un periodo di lunga gestazione, il progetto «Resto al Sud» è ufficialmente partito grazie al protocollo siglato a Castel dell’Ovo dal ministro del De Vicenti, l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, e il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabbatini. Ma come funziona il progetto, e a chi è destinato?
I fondi disponibili
Resto al Sud è un fondo istituito dal decreto per il Mezzogiorno che prevede incentivi per 1,3 miliardi agli imprenditori under 35 residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. I fondi sono scaglionati e a disposizione: 36 milioni di euro per l’anno 2017; 280 milioni di euro per l’anno 2018; 462 milioni di euro per l’anno 2019; 308,5 milioni di euro per l’anno 2020; 92 milioni di euro per l’anno 2021; 22,5 milioni di euro per l’anno 2022; 18 milioni di euro per l’anno 2023; 14 milioni di euro per l’anno 2024 e 17 milioni di euro per l’anno 2025.
Come funzionano gli incentivi
Il progetto consiste in un finanziamento fino a un massimo di 40mila euro per ciascun richiedente, di cui il 35 per cento viene concesso a fondo perduto, e il restante 65 attraverso un prestito a tasso zero da restituire in otto anni. La somma prestata al giovane imprenditore sarà erogata dagli istituti di credito aderenti all’apposita convenzione tra Invitalia e ABI, e dovrà essere rimborsata in otto anni, di cui i primi due anni di pre-ammortamento. Nel caso in cui la domanda sia presentata da più soggetti che vogliono creare una società o una cooperativa, ciascun socio può ottenere 40mila euro ma con un tetto massimo di 200mila euro per ogni singolo progetto. I progetti imprenditoriali possono riguardare la produzione di beni nell’ambito di settori come l’artigianato, l’industria o la fornitura di servizi, mentre non sarà possibile richiedere gli aiuti per l’avvio di attività commerciali o legate alle libere professioni, ad eccezione della vendita dei beni prodotti nell’attività di impresa. «Questa è stata una scelta politica importante per dare priorità ai settori che più trainano lo sviluppo», ha spiegato ieri a Napoli l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri. Sono incluse nella richiesta di incentivi anche le domande legate a spese per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, per l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature, per programmi informatici e per le principali voci di spesa utili all’avvio dell’attività.
Chi sono i beneficiari
Importante precisare che l’iniziativa «Resto al Sud» è destinata soltanto agli under 35 che negli ultimi tre anni non hanno usufruito di altre misure e incentivi a favore dell’autoimprenditorialità. Per tutta la durata del finanziamento i beneficiari non possono essere titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato presso un altro soggetto.
Le domande solo online
La domanda si presenta esclusivamente online, attraverso la piattaforma informatica di Invitalia accedendo al sito www.invitalia.it a partire dal 15 gennaio. Invitalia, il soggetto gestore del progetto per conto del Consiglio dei Ministri, valuterà il progetto proposto entro sessanta giorni, provvederà alla relativa istruttoria, e valuterà anche la sostenibilità tecnico-economica della proposta inviata. Le domande saranno valutate e accolte fino all’esaurimento dei fondi previsti anno per anno dal 2017 al 2025.
La banca delle terre
E' partito ufficialmente anche il progetto Banca delle terre, rivolto a chi ha tra i 18 e i 40 anni. Si tratta di un progetto di mappatura delle terre previsto dal Collegato Agricolo e realizzato da Ismea, l'ente economico del Mipaaf, che consente ai giovani di reperire su internet i terreni di natura pubblica in vendita sul sito www.ismea.it e di poterli valorizzare. Il piano del governo ha l’intento di riportare le coltivazioni agricole in aree incolte, grazie a mutui a tasso zero per gli investimenti, l'aumento del 25% degli aiuti europei e l'esenzione totale dal pagamento dei contributi previdenziali per i primi 3 anni di attività per le nuove imprese agricole condotte da giovani. A disposizione degli under 40 ci sono 8mila ettari di terreni Ismea. I terreni abbandonati, ossia quelli sui quali non è stata svolta l'attività agricola negli ultimi dieci anni, verranno affidati in modo diretto ai giovani se di proprietà pubblica, se di proprietà privata potranno invece essere presi in fitto. Dobbiamo fare in modo «che i ragazzi e le ragazze del Sud - ha spiegato il ministro De Vincenti - possano vivere nelle loro Terre».