Nicolò Catania, sindaco di Partanna, e coordinatore dei sindaci della Valle del Belice che si sta preparando alla commemorazione dei 50 anni dal terremoto del Belice e al cerimoniale per la visita del Presidente della Repubblica. Sono stati giorni frenetici in vista dell’arrivo domenica (oggi per chi legge) di Sergio Mattarella.
Molto impegnativi dal punto di vista dell’organizzazione. Sono schierate una serie di organizzazioni e persone per preparare questo evento. Per noi è una data molto importante, un avvenimento storico. Il Capo dello Stato che fa visita al territorio del Belice è qualcosa di molto significativo e che va oltre alla commemorazione. Si accendono i riflettori sulla questione del Belice che va avanti da 50 anni e che si vuol proporre con termini nuovi e con la possibilità di offrire e mostrare quanto di buono si è fatto.
Cosa mostrerà al Presidente Mattarella?
Faremo un ragionamento che guarda alla prospettiva di sviluppo del territorio che soffre ancora quel gap storico. Faremo sì che il Presidente possa avere contezza e fare da garante delle prospettive future. La sua presenza ci onora e fa sì che si accendano i riflettori per parlare in termini propositivi.
E’ mancata in questi anni la concretezza da parte delle istituzioni per chiudere quel gap di cui parlava lei.
C’è stato un abbassamento della guardia, anche perchè il resto d’Italia è stato segnato da catastrofi naturali molto importanti. Ci rediamo conto per primi del dramma che stanno vivendo altre popolazioni. E siamo pronti ad essere solidali e propositivi per evitare che in quelle zone si verifichino i fatti negativi che sono avvenuti qui.
Tutti i comuni interessati dal terremoto del Belice hanno subito, più del resto della Sicilia, una forte emigrazione in questi anni. Le città si sono svuotate, e i giovani scappano appena possono.
In queste zone l’emigrazione si è fatta sentire di più. Le difficoltà sono raddoppiate. E’ mancata l’accelerazione dal punto di vista economico. Ma su questo stiamo lavorando, abbiamo dei progetti come amministrazioni. A Partanna, ad esempio, è stato creato il primo progetto di co-working. Pensiamo all’emergenza ma anche alla prospettiva futura. Da soli però non possiamo riuscirci. Ci vuole l’aiuto di tutte le istituzioni per creare una reale e concreta occasione di sviluppo che i giovani possano apprezzare. Devono poter scegliere di andar via dal territorio, e non essere costretti.
Non solo Sergio Mattarella, ma anche il presidente della Regione Nello Musumeci a Partanna per l’evento. Cosa chiederà al governatore siciliano?
Rispetto al passato la Regione oggi può svolgere un ruolo fondamentale e importante. Se è vero che ci sono delle programmazioni in atto, allora potrebbero essere stilate tenendo preliminarmente conto dei territori in difficoltà come il nostro. Ad esempio che nei fondi comunitari ci possa essere una attenzione particolare per il Belice. Spero che il governo regionale e Nello Musumeci abbiano una sensibilità tale da permettere che il Belice si possa livellare ad altre zone.
Lei è stato eletto sindaco nel 2013, che cosa succede nel 2018, si ricandida? O anche lei vuole aspettare le politiche per rispondere?
Voglio rinviare la risposta, ma perchè siamo impegnati a gestire la coda di questa fase amministrativa. I tempi della pubblica amministrazione sono già lunghi e dobbiamo completare il programma.
E’ un sì in pausa, allora, il suo. Vuole aspettare ancora un po’ per confermarlo.
Vediamo se ci saranno le condizioni per proseguire una attività cominciata da tempo.