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04/02/2018 08:20:00

Politiche, Di Maio in Sicilia. Di Benedetto lascia i grillini. Berlusconi si è ripreso

 Luigi Di Maio, candidato premier per il movimento Cinque Stelle, si trova in Sicilia. Da Catania a Palermo ha ripetuto che i grillini sono in grado di potere governare da soli. Nessun accordo, dunque, l'indomani del 4 marzo. Di Maio non si preoccupa della coalizione di centrosinistra ma del centrodestra: “Votare per il centrodestra significa fare piombare il Paese nel caos delle coalizioni, dello scambio di potere e di gente messa a fare l'assessore, senza sapere di cosa si deve occupare".
Il dato dal quale parte il M5S è quel 35%, che hanno raggiunto in Sicilia per le regionali del 5 novembre. Un risultato che li ha consegnati al secondo posto  - contando le coalizioni - come forza politica, il Pd solamente in terza. 

Parla già da premier del Paese: “Se arriveremo al 40% o al 35-36% possiamo ambire a governare da soli e la squadra di governo ce l'abbiamo già, la presenteremo prima delle elezioni. Se invece non dovessimo arrivare alla maggioranza assoluta, state certi di una cosa: noi non facciamo il doppio gioco, non cambiamo il presidente del consiglio o cambiamo i ministri perché siete già stati fregati troppe volte in questo senso”.
I Cinque Stelle, però, hanno più di un problema da risolvere, a cominciare da una serie di attivisti che prendono le distanze da questo modo di fare politica. Chiara Di Benedetto, deputata uscente, ricandidata in quarta posizione nel plurinominale per il collegio di Marsala-Bagheria, non si riconosce più nel movimento:

“Non posso riconoscermi in ciò che viene spacciato per Movimento, ma che si pone come la sua più volgare negazione. Mi ritrovo candidata con un simbolo che parla da sé. Mi ritrovo un leader, una struttura di partito e accanto a me, in lista, riciclati di altri partiti, o candidati con precedenti esperienze politiche di cui il M5s sembra vantarsi".

Dopo la brevissima pausa di riposo forzato, il presidente Silvio Berlusconi è tornato in campagna elettorale. Non c'è nessun accordo previsto con Matteo Renzi, dice il Cavaliere: “Come potremmo allearci con il Pd che negli ultimi 5 anni ha governato l'Italia con 4 governi non eletti dai cittadini, ha aumentato le tasse ed il debito pubblico?”.
Berlusconi mente con la consapevolezza di farlo. Nessuna forza politica potrà raggiungere una maggioranza che gli consentirà di governare, il Paese, senza scendere a compromessi con l'altra metà del parlamento.

Lo scontro politico è, secondo i grillini, tra il M5S e il centro destra di Berlusconi.
I pentastellati urlano, cercano lo scandalo per gli avversari. È iniziata la macchina del fango.
Tacciono sul fatto che Di Maio ha ottenuto 400 mila euro di rimborsi spese per i cinque anni di legislatura. Una buona parte di questi rimborsi sono andati per le cosiddette missioni non ufficiali, circa 75 mila euro sono state inseriti sotto la voce “spese logistiche per eventi”.
E sulla sua presenza in aula? Di Maio partecipa per l'84% delle convocazioni e al 30% delle votazioni. Nulla di così strano e sconvolgente. Lo diventa quando i grillini pensano di essere casti e puri, il bene supremo, il male assoluto tutti gli altri schieramenti.

Il centro destra da parte sua non ha ancora chiarito, e risolto, il vulnus del futuro premier.
Giorgia Meloni è lanciatissima, lo ha dichiarato più volte, vuole essere la prima donna premier d'Italia. Casella che vorrebbe occupare anche Matteo Salvini. Berlusconi resta, al momento, incandidabile. Per i due amici, alleati, avrebbe già pensato a due ministeri: Meloni all'Interno, Salvini agli Esteri.
Matteo Renzi, segretario nazionale del Partito Democratico, ha presento il programma di governo. Punta sul voto delle famiglie, nessuna promessa strabiliante: “ Non si può fermare il vento con le mani”.
Parla da Bologna, lancia la misura fiscale unica che preveda 240 euro di detrazione Irpef mensile per i figli a carico fino a 18 anni, 80 euro per i figli fino a 26 anni.
Cento i punti del programma dem, che il segretario nazionale indica come “ Cento piccoli passi per l'Italia”. Più Europa e fisco amico, queste le parole chiave di Renzi.