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26/02/2018 22:00:00

La strumentalizzazione del fascismo e dell'antifascismo

di Leonardo Agate -  Il fascismo e l’antifascismo si scontrano ogni giorno sui giornali e in televisione. I fascisti e gli antifascisti si scontrano, o tentano di scontrarsi fisicamente sulle vie e per le piazze. Di solito è avvenuto che , quando un comiziante fascista vuole fare il suo discorso, anche se autorizzato, gli avversari antifascisti si organizzano in marce per impedirlo. La polizia sta in mezzo, cerca di fermare gli scalmanati. Finora c’è riuscita, solo qualche agente ferito e manifestante contuso. Pochi contestatori sono finiti in questura.


Se ci scappasse il morto sarebbe un’altra cosa. Il passo dalle intenzioni ai fatti non è lunghissimo. Gli antifascisti si presentano in cortei, lasciando i loro covi dei palazzi abusivamente occupati, con spranghe e bombe - carta. Usano gli stessi sistemi violenti dei vecchi fascisti, che condannano.
L’Anpi sta dalla parte degli antifascisti. A volte fa ridere, come quando ho visto sfilare un giovane partigiano con un cartello dove era scritto in stampatello: “Sono nipote di partigiano”. A parte il lato ilare della questione, c’è da osservare che coloro che parlano continuamente di rigurgiti fascisti, dimenticando i rigurgiti antifascisti, non hanno il senso della Storia, o forse non la conoscono del tutto. Il Fascismo fu un’ideologia che permeò la società europea per una ventina d’anni nel primo Novecento. Finì tutto nel disastro della Seconda Guerra Mondiale. Si accompagnò al Nazismo e si contrappose al Comunismo. Tutti e tre, in misura diversa totalitari; tutti e tre alla fine disastrosi; tutti e tre per fortuna scomparsi. Il più lungo per durata fu il Comunismo. I più terribili per la concezione filosofica furono il Comunismo e il Nazismo.
Parliamo di fatti storici. Poi, ci sono oggi gli estremisti di destra e quelli di sinistra. Ogni Paese ha i suoi, in Italia come nel resto dell’Europa. In ogni democrazia ci sono stati sempre gli estremisti, dall’una o dall’altra parte: fanno parte del sistema democratico, sono ineliminabili, ma controllabili. Il governo italiano si comporta bene, con le sue forze dell’ordine, per evitare spargimento di sangue inutile.
Gli opinionisti e gli intellettuali, invece, si comportano male, dando una cattiva informazione. O forse il travisamento dei fatti, per cui fa più orrore una manifestazione fascista rispetto a un’altra antifascista, dipende dall’intenzione di nascondere i veri e attuali problemi del Paese. In questo Bel Paese, non esiste più il pericolo della ripresa del potere da parte dei fascisti, e gli antifascisti non hanno alcun motivo di esistere, se non per alimentare una guerra civile che è finita all’incirca nel 1948.
Ma quando si tratta di affrontare i problemi reali, e non si sa come farlo, allora conviene spostare l’attenzione su altri argomenti. Così, si mettono sotto il tappeto i problemi veri, che sono:
1. La corruzione della classe politica;
2. La giustizia incapace di rendere giustizia celermente;
3. La tassazione feroce;
4. La lotta all’evasione fiscale sempre persa;
5. La burocrazia inefficiente e pletorica;
6. Le autorità di controllo controllate dalle lobby dei controllati;
7. La disoccupazione alle stelle;
8. La povertà in aumento;
9. il divario sempre maggiore tra le facoltà dei ricchi e quelle dei poveri;
10. La politica estera a rimorchio degli interessi di nazioni straniere, quali Germania, Francia e Usa;
11. L’immigrazione incontrollata.
In questa situazione, che richiederebbe l’opera di statisti, gli opinionisti e gli intellettuali, inquadrati nei grumi di potere, blaterano di pericoli di destra o di sinistra, e dovrebbero spiegare solo perché il Parlamento, che dovrebbe fare buone leggi, le produce sempre peggiori.