Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
12/03/2018 22:00:00

Il dramma del Quirinale

di Leonardo Agate - All’Alto Colle si ripetono i drammi. Nel Palazzo del Quirinale, che fu dei Papi, adesso abita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.


Nello storico Palazzo, i cui saloni videro assemblee di cardinali, feste reali e momenti di grave sconforto, tira in questi giorni un’aria di attesa e di scoramento. L’indomani del voto del 4 marzo scorso, Sergio Mattarella ha riunito, verso le 9, i suoi più fidati collaboratori. Intanto affluivano le notizie sull’esito del voto; quando fu chiaro che il primo partito, che la legge truffa chiamata, non so perché come un vino annacquato, “Rosatellum”, ha permesso ai pentastellati di essere il primo partito, che appunto il Rosatellum voleva evitare che fosse, il presidente si sentì mancare. Chiamato d’urgenza il medico presidenziale, Mattarella è stato rianimato con l’odore di canfora. Ripresi i sensi, da servitore dello Sato riprese anche l’esame della situazione politica.


Il segretario particolare, avv. Mario Giorgino, esperto di diritto e di politica quanto gli altri convenuti, avanzò l’ipotesi che, stando così le cose, non si poteva far altro che prenderne atto e dare a Di Maio l’incarico di formare il nuovo governo. Mentre il medico metteva sotto il naso del presidente un’altra boccetta di canfora, il sottosegretario del segretario, prof. dott. Luigino Lupone, fece osservare che il leader pentastellato non avrebbe avuto la possibilità dj formare il governo, dato che le alleanze preventive escludevano un coinvolgimento del M5S alla guida del Paese.
L’esperto di problemi gravi, prof. dott. comm. Giacomino Giacomelli, con la sua acuta intelligenza, affermò che si ragionava male, perché non si teneva conto del carattere degli italiani e della classe politica in generale: bisognava tener presente che il cambio di casacca è un’istituzione rispettata anche se non espressamente prevista nella Costituzione. Poi, continuò, c’era anche da tener presente che lo sport preferito dagli italiani, dopo quello del calcio, è quello di correre in soccorso del vincitore.
L’analisi del prof. dott. comm. Giacomelli fece pensare a tutti che, quindi, le soluzioni si sarebbero trovate, con abili compromessi al ribasso. Si decise quindi all’unanimità si attendere le trattative ufficiose tra i leader dei vari partiti, prima di avviare le vere e proprie consultazioni quirinalizie, che avrebbero portato all’incarico governativo.
Per precauzione, è stato disposto che il medico quirinalizio non si allontanasse più dal Palazzo, sistemandolo in un appartamentino vicino a quello del presidente, per tutta la durata del periodo pre – incarico.