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23/05/2018 06:10:00

Viaggio elettorale a Vita. Giuseppe Riserbato sarà il nuovo sindaco, ma....

Parafrasando un famoso manifesto, un fantasma si aggira attraverso le vie e i vicoli di Vita, la città che fu di Vincenzo Renda.

Lo spettro dell' assenteismo.

Giuseppe Riserbato, unico candidato  per ricoprire la massima carica cittadina, quasi certamente sarà il nuovo sindaco.

Ma dovrà  sconfiggere non un contendente in carne ed ossa, con un volto conosciuto e con idee da contrastare.

Il suo avversario ha mille facce, ed e'  figlio dell'indifferenza, dell'apatia, del disimpegno, del disinteresse. Atteggiamenti che potrebbero rivelarsi più insidiosi.

Prima di ogni cosa, Riserbato e i suoi supporters dovranno convincere  almeno il 50%, più  uno, del corpo elettorale, a recarsi ai seggi elettorali per esprimere il loro diritto-dovere del voto.  Unica arma, questa, per scongiurare la grave minaccia di un commissariamento del comune.

Già una volta i vitesi hanno subito l'esperienza del commissario per ben quattro anni, dal 1999 al 2003.  Ma fu solo per Consiglio comunale, mentre Vincenzo Ingraldi era sindaco.

Questa volta, se dovesse accadere, sarebbe un danno più grave e dalle conseguenze incalcolabili.

Cosa difficile da verificarsi, almeno stando alle intenzioni di voto che abbiamo registrato in questi ultimi giorni, intervistando alcuni degli abitanti.

Ma il beneficio del dubbio, in questi casi e di questi tempi strani e difficili, e' bene riservarselo.

Sessantaduenne, dipendente Asp presso l'Hospice di Salemi, consigliere comunale uscente e con un curriculum politico trentennale di tutto rispetto, Giuseppe Riserbato ha le capacità e gode della stima dei suoi compaesani per riuscire nell'impresa.

C'era stato nei giorni antecedenti da parte  di Vito Messina, consigliere comunale uscente e sindacalista della Cgil, un tentativo di aggregazione per mettere su una seconda lista alternativa  a  quella di " Uniti per Vita" di Riserbato.

Tentativo fallito però.  Incredibile a dirsi, ma non si sarebbero trovati nemmeno sette cittadini, il minimo necessario, per essere  quanto meno presenti in Consiglio Comunale per esercitare una legittima opposizione di controllo.

Niente. Disimpegno totale da parte di chi si proclama essere stato  sull'altra sponda del  panorama politico locale. Al momento in cui scriviamo ci giunge voce che da parte di alcuni e' stata espresso una sorta di ripensamento. Troppo tardi, in ogni caso per rimediare all'imperdonabile errore.

Disimpegno, comunque che la dice lunga sul momento di crisi che la città di Sicomo sta attraversando da un decennio a questa parte. Uno dei punti più bassi della sua recente storia, indubbiamente. 

L'aspetto politico e' solo il termometro di una crisi sociale  ed economica più profonda. Paradigma di una intera zona che ha visto diminuire drasticamente gli interventi  finanziari statali.

Sono gli effetti deleteri di una politica che ha fondato la propria azione inseguendo solo i flussi di denaro derivanti dalla ricostruzione delle abitazioni private del post terremoto. Cessati questi, inevitabilmente, si e' entrati nel tunnel della stasi, o, peggio, della crisi più nera.

A Vita non esiste più un istituto di credito, la  banca ha chiuso gli sportelli alcuni anni fa.  Non opera il corpo di Polizia Urbana, dopo il collocamento in pensione dell'ultimo vigile.

Per l'apertura della campagna elettorale, Riserbato ha dovuto chiedere ospitalità alle suore dell’Istituto “Figlie della Misericordia" per l'inagibilità' del Centro Sociale, che fu motivo di orgoglio per i suoi abitanti.

Un fiore all'occhiello per la città, per essere stato  punto di riferimento per i comuni vicini per tenevi convegni anche di dimensioni provinciali,  organizzarvi eventi culturali , serate danzanti, e non solo per il Carnevale, il Centro ha chiuso i battenti da due anni.  Un atto criminale, solo apparentemente senza senso, ha imposto che tutto dovesse cessare!. Un colpo al cuore a una comunità sempre disponibile al confronto ed aperta agli altri.

La rappresentazione plastica, per alcuni, della frantumazione della famosa "Stretta di mani" voluta da Vincenzo Renda.

Ecco perché Giuseppe Riservato parla oggi di riconciliazione e  di volere partire dalla ricucitura del tessuto sociale vitese. Un compito che ritiene prioritario rispetto a tutti gli aspetti e problemi che affliggono il paese.

Non e' il primo venuto che parla. Non e' uno sprovveduto. Ha una lunga esperienza politica, Giuseppe Riserbato.

Conosce uomini e cose ed e' intenzionato a mettere il bagaglio di conoscenze amministrative acquisite in questi decenni al servizio dei cittadini. Pensa ad una seconda rinascita del paese.

Ci  ha ricordato che risalgono al  periodo in cui fu assessore ai Lavori Pubblici dal 2008 al 2013 nella giunta di  Antonino Accardo, le realizzazioni di tante opere pubbliche. Opere  di un certo spessore che trasformò la città in un cantiere, cambiandole l'aspetto.

.L'elenco e' lungo. Citiamo quelle più significative. Si va dalla riqualificazione del corso principale e la piazza San Francesco, al restauro di palazzo Daidone. La bonifica delle aree su cui sorgeva il Villaggio valdese "Speranza", dell'ex Chiesa Madre, avvenne in quel quinquennio, un investimento di 230mila euro: furono smantellate le famigerate baracche di amianto! La Scuola Materna avvenne sotto il suo assessorato, come la nuova strada di Chirchiaro. Senza dimenticare la realizzazione della nuova caserma dei Carabinieri, l'avvio del Pip per la zona artigianale. Fu realizzato anche l'ammodernamento della pubblica illuminazione con impianto a Led. Rifacimento del campo di calcetto, oggi in stato di abbandono. La messa in sicurezza del vecchio centro urbano, l'istallazione dell'Adsl, lavori vari di manutenzione all'auto parco, delle case popolari e della piazza Pirandello.

Processo interrotto, sottolinea amaramente. Dopo,  e' regnato l'immobilismo più assoluto.

Un esempio,  per capire l'andazzo dominante in questi ultimi anni.

C'era un progetto, precisa Riserbato, lasciato in itinere dal mio assessorato che prevedeva la riqualificazione del quartiere San Sebastiano. Per la sua esecuzione era necessaria la compartecipazione del 10% da parte del comune. Sarebbe bastato contrarre un mutuo per avviarlo. Nulla di tutto ciò e' avvenuta.

Ma per il futuro? Come e che cosa ha in programma di attuare l'aspirante sindaco Riserbato, lo sapremo nel prossimo servizio.

Franco Ciro Lo Re

(fine seconda puntata)