"Neppure una riga oggi sui giornali della notizia che i fratelli Caputo non ingannarono gli elettori alle ultime elezioni regionali in Sicilia, non ci fu alcun attentato ai diritti politici dei cittadini.
Neppure una riga sul fatto che, conseguentemente e inevitabilmente, cadono tutte le accuse anche nei miei confronti, quale ‘istigatore’ della condotta di Caputo come invece sosteneva la procura di Termini Imerese. Per questo con il mio legale chiederemo subito l’archiviazione della mia posizione processuale. Accuse nei miei confronti che, ricordo e ribadisco ancora una volta, non c’entravano nulla col voto di scambio. Nulla. Quello era un altro filone di indagini che non mi riguardava. Eppure qualche giornale ancora oggi continua a fare confusione, tra sciatteria e comodità mediatica. Accostarmi anche nei titoli, per sintesi giornalistica, all’espressione ‘voto di scambio’ è disinformazione”. Lo ha affermato in una dichiarazione il deputato della Lega Alessandro Pagano. “Quindi – aggiunge – le motivazioni rese pubbliche dal Tribunale del Riesame di Palermo sono state letteralmente ignorate dai media, se non da qualche sito online. Eppure per giorni i vari giornali, da quelli nazionali ai locali, ci sguazzarono quando lo scorso 4 aprile uscì la notizia che i vertici regionali della Lega erano stati indagati, guarda caso lo stesso giorno in cui Salvini salì al Quirinale la prima volta per le consultazioni. Vennero sollevate, strumentalmente, forti polemiche mediatiche e politiche, causando un danno di immagine e politico a me e al partito”. “Chi – ha concluso Pagano- mi ripagherà di tutto ciò: del torto subito? Venni letteralmente seguito e inseguito da alcuni giornalisti per intere giornate. Ora scommetto che nessuno di loro si presenterà da me per chiedere un’intervista riparatrice. Questa è giustizia? Questo è giornalismo o solo ricerca di pseudo scoop per colpire e provare ad affossare il politico di turno? Naturalmente non è stata la prima e non sarà neppure l’ultima volta che si verificheranno casi di malagiustizia e di questo tipo di informazione. È chiaro che, per quanto potrò, mi opporrò e lavorerò affinché questo sistema della Giustizia malato sia cambiato”.