“Non c’è alcuna prova sicura che Vincenzo Marino e Pierangelo Nuccio abbiano picchiato Alessandro Alagna, anzi quelle portate al processo sono dubbie e contraddittorie. Evidentemente, le lesioni sono state provocate da altri. Pertanto, dopo avere letto le motivazioni, che saranno depositate entro 90 giorni, faremo appello”.
E’ quanto afferma l’avvocato Erino Lombardo, uno dei due difensori dei due giovani marsalesi condannati, per lesioni, ad un anno e due mesi di reclusione dal giudice monocratico Mario Faillaci a seguito della rissa tra diciettenni scoppiata la notte del 12 gennaio 2014 davanti la discoteca “Chiedi la luna” di contrada San Leonardo. Ne abbiamo parlato in una articolo che potete leggere cliccando qui.
La lite tra sarebbe nata per “futili motivi”. E Alagna ebbe la peggio (diverse fratture). Poi, identificò in Vincenzo Marino e Pierangelo Nuccio due dei suoi aggressori. Scattò, quindi, la denuncia, l’inchiesta e il processo. Ai due imputati non sono state concesse neppure le attenuanti generiche. Entrambi i difensori, Lombardo e Riggio, nel corso del processo, hanno però sostenuto che i due imputati non hanno partecipato alla rissa, erano in un altro gruppo che festeggiava un compleanno. All’esterno della discoteca di contrada San Leonardo, inoltre, l’illuminazione era scarsa e quindi per i protagonisti della vicenda sarebbe stato alquanto difficile identificare bene i loro avversari. “Noi non ci siamo neanche avvicinati al luogo della rissa – hanno affermato Marino e Nuccio – eravamo con un’altra compagnia. Eravamo estranei a quelli che si picchiavano”. E se non si conoscevano, spiega la difesa, “non c’era alcun movente” per l’aggressione. La vittima ha identificato i due imputati alcuni giorni dopo i fatti. Pare, dopo aver visto le foto su facebook. “E dopo una sorta di passaparola tra coetanei” aggiunge la difesa.