Siamo stati tre giorni a Pantelleria, alla scoperta dell’agricoltura eroica, delle sfide che ogni giorno i produttori di vino devono affrontare. Quelli che hanno portato una pratica millenaria a diventare Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco. Abbiamo incontrato alcuni dei tanti produttori, abbiamo ascoltato le loro storie, quello che fanno ogni giorno per creare prodotti unici.
Più di 15 mila quintali di uva DOC prodotta, nove cantine e 320 viticoltori associati, 349 ettari coltivati. Sono i numeri del Consorzio Vini Doc di Pantelleria. E’ il consorzio che raggruppa produttori e agricoltori di un prodotto unico nel suo genere.
A Pantelleria è nata l’agricoltura eroica. In un territorio dalle condizioni particolari, dalla morfologia proibitiva, condizioni climatiche avverse, gli uomini sono riusciti a creare qualcosa di incredibile. Sono riusciti a dar forma ad una pratica agricola diventata Patrimonio dell’Umanità Unesco. E’ la Vite ad Alberello di Pantelleria che ha plasmato il paesaggio di quest’isola.
Dopo il riconoscimento dell’Unesco i soci del consorzio sono diventati più uniti, meno isolati tra loro.
“L’obiettivo è quello di tutelare il Doc, evitare le sofisticazioni, e la promozione dei vini di pantelleria. All’inizio gli aderenti erano pochi, ma da due anni si stanno facendo grandi passi avanti”, dice il presidente del Consorzio Benedetto Renda.
Una terra quella pantesca molto particolare. I vigneti sono arrampicati sui costoni delle montagne dell’isola vulcanica. Il sistema dei terrazzamenti è frutto dell’ingegno dell’uomo, per far fronte ad una condizione ambientale avversa. Oggi si contano sull’isola 7 mila chilometri di muretti a secco. Tante sono le condizioni che non permettono una resa ottimale del prodotto. La siccità poi è il nemico principale. Negli ultimi due anni è caduta poca pioggia, per questo i consorziati sperano che quest’anno la vendemmia possa portare ad un più 20% di prodotto.
“Dobbiamo dare forza agli attori, e dobbiamo puntare a trovare interlocutori nel turismo. Il cerchio è quello tra agricoltura, turismo, trasporti, ed enti pubblici. Ma non è un’isola vocata al turismo di massa”, prosegue Renda. Allora è per coniugare tutti questi aspetti che a Settembre ci sarà il Pantelleria Doc Festival, dieci giorni di appuntamenti sparsi per tutta l’isola. Sono previste escursioni, seminari di cucina, degustazioni, il palio delle Botti.
Una serie di eventi per far scoprire l’Isola.
E non ci sono solo produttori più piccoli. A Pantelleria hanno trovato casa anche molte aziende con una lunga tradizione. Come le Cantine Pellegrino, che nei suoi stabilimenti produce i vini dolci a base di Zibibbo. Stabilimenti affacciati sul mare, nella zona delle Kuddie Rosse, le più recenti testimonianze dell’ultima eruzione vulcanica sull’isola.
La Donnafugata, i cui vigneti si arrampicano su Contrada Khamma. Un ambiente riconosciuto luogo del cuore Fai. Con il giardino pantesco, che accoglie un arancio secolare pieno di frutti.
Donnafugata e Pellegrino al momento detengono circa il 70% della produzione.
In un dammuso del 1700 nasce la Cantina Marco De Bartoli di contrada Bukkuram. I vini vengono invecchiati in barrique per qualche anno. Un procedimento semplice e antico, in una struttura che al suo interno ospita una cisterna di epoca fenicia.