La Direzione investigativa antimafia (Dia) di Trapani ha sequestrato beni per circa mezzo milione di euro ai figli e alla moglie di Mariano Agate, boss mafioso di Mazara del Vallo deceduto nel 2013. Agate, detto il "Papetto" (il piccolo Papa), è stato uno dei più pericolosi boss mafiosi siciliani, condannato per traffico di droga, associazione mafiosa, diversi omicidi e per la strage di Capaci.
Tra i beni c’è il villaggio turistico “Kartibubbo” di Torretta Granitola a Campobello di Mazara.
Ritenuto il boss del mandamento di Mazara del Vallo, Agate, è stato condannato all'ergastolo per la strage di Capaci.
Nel 1985 è stato condannato all'ergastolo per sette omicidi, tra cui quelli del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto e del sindaco di Castelvetrano Vito Lipari. Per quest'ultimo omicidio fu assolto in Cassazione nel 1993.
Punto di riferimento delle cosche in provincia di Trapani, il suo nome è stato citato nelle principali indagini su Cosa nostra. Secondo il collaboratore di giustizia Salvatore Contorno, alla fine degli anni settanta Agate gestiva una raffineria di eroina nei pressi di Mazara del Vallo in collegamento con il mafioso Francesco Mafara (legato al boss Stefano Bontate), che inoltrava la droga negli Stati Uniti.
Nel 1986 Agate risultò nell'elenco degli iscritti alla loggia massonica segreta Iside 2 di Trapani, in cui comparivano anche il mafioso Mariano Asaro e il deputato regionale Francesco Canino.
Agate era considerato uno degli uomini di riferimento di Totò Riina. Arrestato nel 1990, nel 2004, nonostante si trovasse già in regime di carcere duro, è stato coinvolto in un'indagine per aver fatto arrivare ordini al figlio Epifanio.
Scarcerato a marzo 2013 per gravi motivi di salute, è deceduto nella sua abitazione di Mazara del Vallo il 3 aprile 2013 all'età di 73 anni. Il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, ha negato le esequie private, dopo che il questore aveva vietato quelle pubbliche.