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25/07/2018 11:36:00

Il frutto dell'estate 2018 è l'anguria gialla. Si coltiva con successo anche in Sicilia

L’anguria, il frutto tipico dell’estate mediterranea è grande, verde e soprattutto è rossa dentro. Questo fino a qualche tempo fa. Adesso nei banchi di frutta è possibile comprare l’anguria gialla.

Arrivata da qualche anno nel nostro Paese, fino a qualche estate fa, era raro vederne una e sembrava proprio una di quelle strane novità destinate ad avere vita breve. E, invece, non solo sta riscuotendo successo ma sta diventando un prodotto interessante nella produzione dell’Agro Pontino laziale, in Basilicata e in Sicilia. Le qualità che caratterizzano il cocomero giallo? Ha una polpa dolce e soda, misure compatte e, soprattutto, il colore davvero insolito. Ora è anche un frutto Made in Italy.

Ma l’anguria gialla è tutta naturale o è un frutto OGM? Gli esperti dicono assolutamente no! L’anguria gialla è una varietà naturale tra le tante (ne esistono anche a polpa bianca o arancione, con la buccia quasi nera come ‘Hokkaido” o ‘Densuke’ o addirittura a puntini gialli come ‘Moon And Stars’). E il gusto? Luisella Rosa, collaboratrice di Fiori&Foglie, l’ha acquistata in questi giorni e ci conferma che all’assaggio l’anguria gialla è zuccherina e golosa. Tenete conto che all’esterno non presenta differenze rispetto all’anguria classica: la buccia è verde e striata come in molte varietà tradizionali. Solo quando la tagliate diventa evidente la colorazione paglierina della polpa.

Gialla o rossa, non importa, l’anguria sotto il sole è un must ed è anche afrodisiaca.  Arrivata da noi grazie agli Arabi, all‘idratazione l’anguria classica unisce l’alto contenuto di licopene e betacarotene, che facilita l’abbronzatura: drenante, ottima contro la cellulite e la pelle a buccia d’arancia, l’anguria è persino afrodisiaca. Studi scientifici hanno infatti individuato nella parte bianca, più vicina alla buccia, un aminoacido, la citrullina, in grado di regalare ai maschietti notti di passione grazie al suo effetto vasodilatatore. Chissà se lo sapevano, gli egizi: l’anguria compare già nei loro scritti. Veniva posta nelle tombe dei faraoni come nutrimento lungo la via per l’aldilà.