Il Tribunale di Marsala ha condannato a sette anni di carcere, come invocato dal pm Silvia Facciotti, un imprenditore edile marsalese di 48 anni (G.D’A.) processato per maltrattamenti in famiglia, minacce di morte all’ex compagna e violenza sessuale, sia in danno della donna che delle figlie minorenni che questa aveva avuto con un altro uomo.
L’imputato è stato, inoltre, condannato a pene accessorie, nonché al risarcimento danni in favore delle parti civili, il cui ammontare, però, sarà quantificato davanti il tribunale civile. Nel frattempo, dovrà pagare una “provvisionale” di 10 mila euro per ciascuna parte civile (l’ex compagna e i tre figli, due femmine e un maschio). Secondo l’accusa, tra il 2006 e il 2013, la convivente sarebbe stata pesantemente “offesa e umiliata” in presenza dei figli, minacciata di morte e picchiata dall’imprenditore. La donna sarebbe stata costretta, inoltre, a subire atti sessuali. E quando i figli difendevano la madre, anche loro sarebbero stati picchiati e ingiuriati. Quando, poi, la madre non era a casa, in più occasioni, l’uomo avrebbe molestato e abusato sessualmente le figlie della compagna, che all’epoca dei fatti erano ancora minorenni. Alla fine della relazione “sentimentale”, nel 2013, l’uomo avrebbe anche iniziato a tormentare l'ex convivente con messaggi minacciosi e ingiuriosi. Stanca di subire, la donna ha trovato il coraggio di denunciare. E nel processo si è anche costituita parte civile. E con lei anche i tre figli. A rappresentarli sono stati gli avvocati Laura e Salvatore Errera. Nel processo, oltre alle vittime, sono state ascoltate anche la consulente della Procura, la psicologa Eugenia Parisi, e il perito super partes nominato dal Tribunale, la psicologa Maria Cristina Passanante.