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18/09/2018 06:00:00

Gettarono in mare una persona dalla barca a Campobello di Mazara. Al via il processo

E’ iniziato, davanti la Corte d’assise di Trapani, il processo ai due tunisini che il 24 maggio 2017, di fronte la costa di Campobello di Mazara, alla vista dei militari della sezione operativa navale della Guardia di Finanza, per velocizzare le operazioni di approdo di un gruppo di migranti, avrebbero gettato in mare, secondo l’accusa, uno dei clandestini trasportati, che annegò.

A morire annegato fu Haitem Hamda, di 29 anni. Alla sbarra, per omicidio, oltre che per organizzazione e favoreggiamento di immigrazione clandestina e contrabbando di sigarette estere, Issam Jemmali, di 31 anni, e Salim Bensalem, di 22.

Il primo è difeso dall’avvocato Melchiorre Palermo, il secondo invece dagli avvocati Carmelo Prestifilippo, Stefano Pellegrino e Daniela Ferrari. Il rinvio a giudizio è stato disposto lo scorso 26 giugno dal gup di Marsala Annalisa Amato, che accolse la richiesta della Procura (pm Antonella Trainito).

I due tunisini processati per omicidio sono stati arrestati dalle Fiamme Gialle nell’estate 2017 nell’operazione “Sunrise”: 5 arresti e denunce a piede libero. Tra i denunciati figurava anche Giuseppe Marcianò, ucciso la mattina del 6 luglio 2017 a Tre Fontane. L’indagine consentì di identificare i presunti componenti del gruppo criminale, il ruolo ricoperto e le modalità delle traversate in mare. Subito dopo il drammatico sbarco del 24 maggio dello scorso anno, i militari della Guardia di finanza bloccarono i clandestini, sequestrando anche 140 chili di sigarette di contrabbando e il natante utilizzato. Issam Jemmali e Salim Bensalem sono accusati anche di aver condotto la piccola imbarcazione in vetroresina (acquistata da Cheikh Nakch Farese) sulla quale, nelle acque territoriali italiane, furono trasbordati dodici nordafricani che avevano attraversato il Canale di Sicilia su un veloce gommone condotto Nejib Ammar e Karim Salem.