Il gup del Tribunale di Marsala ha rinviato a giudizio tre romeni accusati di estorsione in danno di un marsalese di 71 anni, Nicolò Sfraga. Con varie minacce, infatti, avrebbero “spillato” denaro all’anziano.
Ad essere processati, davanti il Tribunale di Marsala, a partire dal 15 novembre, saranno un donna di 50 anni, Anisoara Cojocaru Albu, e i suoi due figli maschi, Stefanel Ionut Cojocaru Albu, di 30, e Vasile Dura, di 31.
Tra le altre accuse contestate, anche il furto e la ricettazione. La presunta vittima di ripetute estorsioni abita in contrada Sant’Anna, nell’entroterra meridionale marsalese. Secondo l’accusa, Anisoara Cojocaru Albu, dopo essere stata, dal 2011 in poi, compagna convivente dello Sfraga, avrebbe preteso di essere assunta come “colf-badante” al fine di ottenere la copertura sanitaria. E ciò con la minaccia, si legge nelle carte del procedimento, di eventuali azioni legali “con aggravio di spese”. In tal modo, costringeva lo Sfraga a versarle “tutte le spettanze (retribuzione, straordinario, ferie non godute, tfr)”. Un “profitto ingiusto”, però, secondo l’ipotesi d’accusa, in quanto, in realtà, non era la badante di Sfraga, ma per alcuni anni la convivente. Tra i due c’era una “relazione sentimentale”. Una relazione che la donna, ad un certo punto, avrebbe pensato di mettere a frutto per ottenere quanto più denaro le era possibile. Quando l’uomo, però, si accorse della brutta piega che le cose stavano prendendo per lui, decise di presentare querela in Procura. Ad assistere Sfraga è l’avvocato Antonino Rallo, che sul caso ha svolto le prime “indagini”. I tre romeni, invece, sono difesi dall’avvocato Paolo Pellegrino. Titolare del procedimento è il sostituto procuratore Niccolò Volpe.