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05/10/2018 06:00:00

L'ultima fuga di Vito Bigione. Il narcos di Mazara arrestato in Romania

Si faceva chiamare Matteo. Poca fantasia per uno che aveva l'ambizione di diventare capo mafia e che, probabilmente, aveva come fonte di ispirazione Matteo Messina Denaro.


Vito Bigione, da sempre collegato ad ambienti mafiosi
, narcos di Mazara del Vallo, la sua ultima latitanza l'ha trascorsa in Romania.
Era tra i trenta latitanti più ricercati in Italia, Bigione, che un paio di mesi fa è stato condannato a 15 anni dalla Cassazione per mafia e traffico di droga. Una attività, la sua, quella di narcotrafficante e affarista, che lo aveva portato ad intavolare affari in tutto il mondo. Non è nuovo alla latitanza, Bigione. E ieri mattina, alle nove, quando è stato preso a Timisoara, ha rivissuto le stesse sensazioni di Caracas.

"Bigione era al quarto piano di una palazzina. Stava da solo. Lo seguivamo da alcuni giorni e abbiamo deciso di intervenire" racconta il capo della Squadra Mobile di Trapani Fabrizio Mustaro. Il latitante, quando gli agenti gli hanno chiesto di presentare i documenti, aveva un nome falso, ovviamente, ed era Matteo (quasi un omaggio a Messina Denaro...?). "Poca fantasia" commenta Mustaro. Aveva con se diecimila euro, ed è stato catturato mentre stava andando a fare la spesa. Il mandato di cattura europeo nei confronti di Bigione è stato emesso dalla Procura di Reggio Calabria, per una condanna definitiva. "Gli interessi all'interno della famiglia mazarese di Bigione erano ancora vivi, e non si esclude potesse ambire al ruolo di capo di Cosa nostra a Mazara".

 

 


All'arresto si è arrivati grazie alla collaborazione con la Polizia Rumena, attraverso l’esperto per la Sicurezza in Romania e la Direzione S.I.Re.N.E. del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di Roma. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Trapani, insieme al Servizio Centrale Operativo e alla Squadra Mobile di Palermo. 
L’attività investigativa diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con il Procuratore Aggiunto Dr. Paolo Guido e i Sostituti Pubblici Ministeri Francesca Dessi e Alessia Sinatra.
Un indagine iniziata un paio di mesi fa, quando Bigione non si faceva trovare in casa, a Mazara del Vallo, dopo l'ordine di arresto emesso in seguito alla sentenza definitiva del processo Igres. E’ ritenuto un uomo di spicco della mafia trapanese, e in particolare quella vicina al super latitante Matteo Messina Denaro.

La vita di Bigione, 66 anni, è piena di affari e giri per il mondo, ma anche tante inchieste e fughe rocambolesche.
Nel suo ristorante a Walvis Bay, città portuale della Namibia, andavano a cena vip e politici di tutto il mondo. Lo chiamò “La Marina”, un nome italianissimo per un uomo di mondo, che ha girato in lungo e in largo facendo affari di diverso tipo. Per tutti Bigione era conosciuto come il “commercialista”

Bigione, partito da Mazara, ne aveva fatta di strada. Anche perchè c’erano gli inquirenti italiani che lo cercavano. La prima accusa per traffico di stupefacenti risale al 1995 e pochi mesi dopo si trasferì in Africa stabilendosi in Namibia. Nei primi anni 2000 comincia la caccia. E’ accusato di aver organizzato tra il 1992 e il 2000 il trasporto di centinaia di chilogrammi di cocaina da Brasile, Colombia e Namibia all'Italia. Carichi finanziati dalla famiglia mafiosa Agate di Mazara del Vallo e dalla cosca di Marando di Platì, Reggio Calabria. Proprio per il suo ruolo di mediazione e raccordo tra Cosa Nostra, 'ndrangheta e cartelli colombiani, "il commercialista" era nella lista dei 30 latitanti più ricercati. Ora è tornato in quella lista. 
Quando la Procura di Palermo notificò alle istituzioni della Namibia le accuse a carico di Bigione, il “commercialista” mise in moto il suo plotone di avvocati e tutte le sue conoscenze.

E’ stato poi arrestato a Caracas, in Venezuela, nel 2004, dopo la fuga dalla Namibia, dopo che il governo che l’aveva coperto e tutelato per anni non gli dava più protezione. Grazie a lui mafia siciliana e calabrese riescono a sfruttare nuove rotte per far arrivare in Europa tonnellate di cocaina dalla Colombia.


L'ultima sua traccia er dello scorso anno, quando i carabinieri lo ritrovarono a conversare con Dario Messina, una delle persone arrestate nell'operazione "Anno Zero". "Io, quando ero la dentro, ero la dentro onorato - diceva Bigione intercettato - con cristiani che sono ancora per ora a Mazara, io mi sono fatto quello che mi sono fatto, per i fatti miei".Bigione si stava di nuovo interessando alle dinamiche della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo. La sua ambizione era quella di prendere il posto ricoperto fino a luglio 2017 da Vito Gondola, morto per cause naturali. Era quella di diventare il capo. "Ora, una volta che non c'e piu sto cristiano, per dire, cos'e che dobbiamo fare? Noi parlavamo di questo in campagna".
Le sue ambizioni però sono state subito spente.