Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/10/2018 09:10:00

Mazara, dal 2012 il motopeschereccio "Daniela L." è semiaffondato nel porto di Bengasi

E' un grido di disperazione quello degli armatori Lo Nigro di Mazara del Vallo, proprietari del Daniela L., il motopescehereccio che dal 2012 si trova nel porto di Bengasi in Libia. “Abbiamo perso il peschereccio ed adesso stiamo perdendo anche la casa”, hanno dichiarato i fratelli Cosimo e Vincenzo Lo Nigro proprietari del natante che si trova semiaffondato nel porto di Bengasi dopo essere stato sequestrato il 7 ottobre del 2012 in acque internazionali a 32 miglia dalla costa libica. Sulla vicenda c'è un nuovo intervento del sindaco Cristaldi che ha inviato una nota ai Ministri degli Esteri e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

 Il natante avrebbe dovuto essere rilasciato a seguito di ben due sentenze favorevoli ai proprietari ma un gruppo di miliziani ha sempre impedito la ripresa in mare dello stesso natante che adesso è solo un mucchio di rottami.

Il Sindaco di Mazara del Vallo, ha inviato al Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanese e al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio nella quale tra l’altro viene evidenziata la drammatica situazione familiare dei familiari che hanno perso il mezzo di sostentamento della famiglia e stanno perdendo la propria casa aggredita dai creditori.

Il natante Daniela L. è stato sequestrato il 7 ottobre 2012, unitamente al motopesca Giulia P.G., a 32 miglia a nord del porto di Bengasi, in una zona di mare che il diritto internazionale riconosce quale acque internazionali ma che la Libia, con un atto unilaterale non riconosciuto da nessuno Stato, ha dichiarato zona interdetta alla pesca. A seguito di tale sequestro le due imbarcazioni sono state dirottate presso il porto di Bengasi e gli uomini dell’equipaggio sono stati sottoposti ad arresto per qualche giorno. Dopo un processo sommario i due equipaggi sono stati condannati al pagamento di ammenda di 10 mila dinari ciascuno dichiarando tuttavia che i due natanti avrebbero potuto lasciare il porto di Bengasi e riprendere il mare. Cosa che avviene il 26 Novembre del 2012 ma solo per il motopesca Giulia G.P., mentre il motopesca Daniela L. veniva bloccato dai miliziani nel porto in quanto dichiarato recidivo dagli stessi ma non dal tribunale. A seguito di ulteriore causa dinanzi al Tribunale Militare di Tripoli veniva emessa nuova e favorevole sentenza in favore del motopesca Daniela L. che veniva dichiarato, dall’autorità giudiziaria libica, libero di riprendere il mare, ma come accaduto la prima volta i miliziani al porto di Bengasi si sono opposti a tale decisione ed hanno vietato al natante di prendere il mare. Tale situazione ha subito una lunga fase di stallo e ancora oggi il Daniela L. si trova, semiaffondato, all’interno del porto di Bengasi con gravi danni subiti dallo scafo.