Marco Quattrociocchi, mister della scuola sportiva rugby “I Fenici”, lo sport ha un ruolo fondamentale che è quello dell'aggregazione, del rispetto delle regole...
E' uno dei fondamentali che ci ha spinto a creare questo club che si chiama “Scuola Rugby Marsala”, educhiamo i ragazzi non solo da un punta di vista sportivo ma anche nel farli crescere per affrontare la vita nei modi migliori.
Spesso quando si parla di rugby ci sono dei pregiudizi: non è uno sport per femminucce, è uno sport violento e così via. Sfatiamo queste errate convinzioni?
Assolutamente. Il rugby è uno sport di tutti, è il principio massimo della democrazia, c'è spazio per tutti e ognuno di noi ha delle abilità che può mettere in gioco e a disposizione della squadra.
Certo, si chiede che vengano rispettate le regole, che si sia pronti al divertimento e di rispettare i compagni e gli allenatori.
A che età si può iniziare a fare rugby
Si inizia a 4 anni, abbiamo atleti che potere venire a vedere rotolare felici allo stadio municipale lunedì alle 17,30. Ci sono bimbi che possono iniziare a 3 anni con il consenso dei genitori.
C'è grande rispetto tra loro compagni di squadra, c'è sensibilità nell'aiutare chi è più in difficoltà?
E' proprio questo, si cerca di garantire uno spazio adeguato dove ognuno può crescere con i suoi tempi e nel proprio modo. Da noi non c'è differenza tra chi è più o meno abile, siamo tutti importanti e uniti nella squadra. Ognuno fa quello che può fare nella squadra, dando il proprio contributo. Non c'è alcuna mortificazione se non si raggiungono determinate prestazioni, è la squadra che poi tutta insieme ottiene i successi.
Le associazioni sportive spesso vengono lasciate sole, vi si da un compito più grande di quello che dovreste avere?
Noi speriamo sempre di avere l'opportunità di assolvere a questo compito, sono troppi i bambini a cui viene tolto il diritto allo sport. È questa una tematica che “I Fenici” portano avanti, a prescindere dalle abilità non dobbiamo fermarci ad un caso particolare. Sono troppi i bambini della nostra città a cui è impedito di fare sport, un po' perchè a scuola le strutture non lo permettono, un po' perchè non vi sono tecnici qualificati e un po' perchè ci sono club che non aprono le porte a tutte le abilità sportive. Io farei in modo che la politica si impegnasse ad aiutare quei club che con fatica e difficoltà aprono le porte a tutti e non escludono nessuno.
Facciamo cadere un altro falso pregiudizio che è quello secondo cui per fare rugby c'è bisogno di essere massicci e corpulenti perchè c'è lo scontro corpo a corpo. Non è così, diciamolo...
C'è posto per tutti, giocando su un campo molto grande ognuno può tirare fuori il meglio di sé: la tenacia, l'astuzia. Non c'è una propensione atletica che escluda altre: c'è bisogno di tutti.
Per chi volesse iscriversi, come può fare?
E' molto semplice, basta venire allo stadio municipale e usufruire delle prove per capire se c'è l'ambientamento corretto per i propri ragazzi. Ogni lunedì e venerdì alle 17.30, si viene inclusi con i propri coetanei, ci sono tecnici altamente specializzati che si occuperanno non solo di migliorare le capacità psicomotorie dei ragazzi ma anche ad insegnarli che all'aria aperta, in una città meravigliosa come Marsala dove non c'è freddo nemmeno in inverno, ci si può divertire staccandoli dal wi-fi e da tutto quello che è tecnologico. Condividere con il proprio compagno la gioia, sudare, sporcarsi, non facciamogli perdere questa occasione.
E' uno sport costoso?
Noi abbiamo un mercato dell'usato, ci sono ragazzi che crescono in fretta e quindi dismettono le scarpe che vengono sanificate e rimesse a disposizione. C'è un comitato etico al nostro interno che discute caso per caso, non solo c'è la possibilità di avere tutto gratuito ma vengono attenzionati da straordinari volontari e genitori, siamo una famiglia.
La raccontiamo la storia di questo bimbo autistico che fa rugby, che ha vinto le paure grazie ai compagni di squadra e che è diventato un campione?
Non è un solo caso straordinario, ci sono altri club che hanno dei campioni speciali. Noi facciamo crescere i ragazzi, li trattiamo da squadra ed è la squadra che decide come muoversi e cosa fare. In quell'occasione la squadra ha deciso di dedicare un posto, per giocare questo torneo prestigioso, ad uno straordinario ragazzo che è sempre presente agli allenamenti. Forse non segnerà più mete di tutti nella storia del nostro club ma ha segnato mete più importanti: ha unito una squadra.
Continua a giocare con voi?
Assolutamente si, sono arrivati altri amici delle pari abilità.
E' importante il tifo della famiglia?
E' uno sport che arriva dentro casa, un po' perchè le lavatrici lavorano molto e un po' perchè è uno stile di vita. Chiediamo ai ragazzi di cambiare il comportamento in termini di rispetto sia per i genitori che a scuola. Dobbiamo insegnarli che se vogliono davvero vincere nella vita devono rispettare delle regole e devono godersela avendo il controllo.
Le regole del rugby se le portano nella vita di tutti i giorni...
E' questo l'obiettivo più importante del club, diamo ai ragazzi l'opportunità di comprendere che essere bullo o bullizzato sono delle situazioni che si possono evitare.