Licenziamento per venti lavoratori dell’ex Provincia Regionale di Trapani, riduzione dei locali in affitto che ospitano gli edifici scolastici con l’introduzione dei doppi turni e strade provinciali percorribili solamente ai mezzi con carico ridotto o chiuse, addirittura, al transito.
La Cgil di Trapani interviene sui provvedimenti che il Libero consorzio comunale di Trapani avvierà, nei prossimi mesi, per ridurre la spesa e per far fronte al “prelievo forzoso”, le somme che le ex provincie versano allo Stato per contribuire alla finanza pubblica.
“Il prelievo forzoso – dice il segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona – si frappone pesantemente al diritto dei cittadini ad aver garantiti i servizi essenziali, come l’edilizia scolastica, i servizi sociali, la viabilità e, non ultimo, il diritto dei lavoratori dell’Ente di non perdere il posto di lavoro”.
Per la Cgil, che ha annunciato che chiederà un incontro al Commissario del Libero consorzio comunale di Trapani Raimondo Cerami, è indispensabile “rivedere il prelievo forzoso, ridefinendo i rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione facendo in modo che i tributi incassati dal Libero Consorzio restino all’Ente”.
Intanto, secondo quanto annunciato dal Commissario Cerami, l’ex provincia sarà costretta a dichiarare soprannumerari venti dipendenti.
“Il territorio trapanese – dice il segretario Cutrona – è fortemente in difficoltà sul piano occupazionale e delle infrastrutture. Il licenziamento delle lavoratrici e dei lavoratori e la riduzione dei servizi essenziali rischiano di frenare lo sviluppo e far precipitare ulteriormente l’economia”.
Tra gli altri provvedimenti il Libero consorzio scinderà, a breve, i contratti di affitto degli immobili che ospitano gli Istituti scolastici mentre il diritto allo studio sarà garantito con i doppi turni.
“Gli studenti – dice il segretario Cutrona – sono pronti a scendere in piazza e noi insieme a loro. E’ impensabile costringere i giovani ai doppi turni. Al commissario chiederemo un intervento incisivo affinché l’Ente non sia costretto a ridurre gli edifici scolastici degli Istituti di propria pertinenza. Puntare sulla scuola - conclude - vuol dire creare nuove classi dirigenti contrastando la povertà culturale, la dispersione scolastica ed evitando che i giovani intraprendano la strada dell'illegalità”.