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09/01/2019 13:16:00

Marsala e il decreto sicurezza, Di Girolamo: "Legge odiosa, ma si applica"

 Il Comune di Marsala applica il decreto sicurezza. Lo dice, in una dichiarazione, il Sindaco Alberto Di Girolamo, intervenuto poco fa su Rmc 101.

Ecco cosa dice Di Girolamo:

Mi sembra importante, in queste ore di dibattiti, polemiche, opinioni controverse, e in cui il ruolo dei sindaci viene da più parti richiamato a intervenire su una questione di scottante attualità qual è quella legata al Decreto Sicurezza, ribadire il mio pensiero e la mia posizione. Da primo cittadino dico che, pur non condividendo il provvedimento voluto dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ritengo doveroso rispettare l'applicazione della legge, questa come tutte le altre, dal momento che nessuna Istituzione può mancare ai propri doveri senza che tutta l’architettura democratica ne venga inficiata. In una democrazia nessuno può arrogarsi il diritto di non rispettare le leggi dello Stato, anche quando queste non vengono condivise e addirittura considerate inaccettabili. In particolare un sindaco, a mio parere, ha il dovere di rispettarle e applicarle. Può, invece e deve impegnarsi affinché la legge venga modificata, e per tale motivo ritengo che il ricorso alla Corte Costituzionale sia l’unica via, per provare a ribellarsi a una legge iniqua che rischia di mettere sulla strada decine di migliaia di persone aumentando l’illegalità e tutto ciò che ne consegue. Secondo la mia opinione, infatti, il Decreto Sicurezza è un provvedimento che può risultare autolesionista perché crea tanti irregolari in più aumentando il conflitto sociale sulla pelle di persone che si ritroveranno senza documenti, senza protezione umanitaria, e che per sopravvivere saranno costrette a lavorare in nero, rischiando di entrare in contatto con la microcriminalità o con la prostituzione. Ritengo che legalizzare le persone aiuti la sicurezza, persino l'economia, e la convivenza civile. Concludo ribadendo che questo Decreto, frutto di un clima di paura e di intolleranza, può essere impugnato con un percorso diverso che confluisca in un ricorso alla Corte Costituzionale, e per tale motivo invierò una nota al presidente della Regione Siciliana - terra da sempre simbolo di accoglienza e che ben conosce il dramma dell'emigrazione - affinché anche la nostra regione faccia ricorso alla Corte Costituzionale in sintonia con altre regioni italiane.