Nicolò Catania, sindaco di Partanna, 51 anni fa la valle del Belice fu colpita e stravolta dal terremoto. Lo scorso anno per il 50° anniversario ci fu una gran celebrazione, con la visita del Presidente della Repubblica, inviati, pubblicazioni, cerimonie. Quest'anno è tornato tutto nel dimenticatoio, e la ricostruzione non è ancora stata completata.
Sì, siamo tornati nel dimenticatoio. Un silenzio assordante. Quello che si era detto lo scorso anno era di accendere i riflettori sulle questioni che riguardano questo territorio ancora irrisolte. Soprattutto di ricostruire l'identità di questo territorio, nonostante le difficoltà. Ci sono ancora ferite aperte. Un silenzio assordante che ci ha portato però anche quest'anno ad affrontare e discutere di ciò che è successo 51 anni fa. Siamo molto amareggiati.
L'ultima legge di bilancio non prevede i fondi per la ricostruzione e qualche sindaco è andato a Montecitorio a protestare. C'era anche lei?
No, abbiamo fatto un'operazione diversa. Colui che è andato a Roma è il sindaco di Santa Margherita Belice, Valenti, perchè lì ci sono delle carenze di servizi primari urgenti. Molte famiglie non hanno acqua, luce, fognature, nell'abbandono totale. Noi abbiamo fatto un percorso parallelo. Ho fatto una denuncia pubblica alla presenza delle istituzioni.