Per la Procura di Catania non ci sono riscontri a quanto aveva ipotizzato il ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Mi risulta - aveva detto il vicepremier - che ci siano più elementi di irregolarità nella Sea Watch: col mare in tempesta invece di andare in Tunisia sono venuti in Italia».
Per due giorni nessuna motovedetta libica è intervenuta nella zona di mare di fronte alla Libia e in tale situazione - è la valutazione del procuratore Zuccaro - non può pertanto ritenersi ingiustificata la scelta del comandante della motonave Sea Watch 3 di dirigersi a partire dal 21 gennaio verso Nord alla ricerca di un porto sicuro».
Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sulla vicenda Sea Watch 3 conferma l’inchiesta aperta ma è contro ignoti e non riguarda la Ong tedesca, a carico della quale non ci sarebbe alcun rilievo penale. L’ipotesi di reato dell’inchiesta associazione a delinquere finalizzata all'agevolazione dell'immigrazione clandestina. «Dalle risultanze investigative sul soccorso in mare - sottolinea il procuratore in una nota - non è emerso alcun rilievo penale nella condotta tenuta dai responsabili della nave della Ong».
Le indagini per individuare i trafficanti libici e gli “scafisti” che hanno condotto il gommone poi soccorso» e ad «accertare la condotta tenuta dai responsabili» della nave della Ong. Intamto ai 47 profughi sbarcati a Catania toccherà andare negli otto Paesi europei che hanno preso l'impegno di impegnati ad ospitarli.
Secondo il Procuratore etneo la Sea Watch 3 "non sarebbe idonea tecnico a effettuare un’attività sistematica di soccorso in mare". Un dato che l’Olanda, il Paese nel quale l’imbarcazione è registrata, conosce, tanto che nei Paesi Bassi la normativa in questione è cambiata, ma non è retroattiva e quindi «non applicabile ai natanti già registrati».