E' sempre più critica la situazione economica dell’Istituto Vite e Olio che si avvia a fermare le attività.
«Iniziano i disservizi - afferma il direttore Vincenzo Cusumano -. Ci sono già ritardi sulla certificazione e su tutte le pratiche che riguardano le produzioni di qualità delle aziende. Ciò danneggia tutto il mondo produttivo. Abbiamo ancora due settimane di autonomia...».
I dipendenti non ricevono gli stipendi da ottobre da quando la crisi di uno degli storici enti della Regione si è fatta più critica. Una crisi che nasce dal maxi pignoramento da oltre 3 milioni subito a ottobre da Veronafiere, che lamenta il mancato pagamento dello stand per il Vinitaly di qualche anno fa.
Nei giorni scorsi si è cercato di risolvere con una trattativa con Veronafiere e ci sarebbe un pre-accordo per chiudere la causa versando 2 milioni e 600 mila euro in contanti. Ma al momento non ci sono fondi.
Da ottobre infatti i conti e le linee di finanziamento regionale sono bloccate dal pignoramento. In più il ritardo nell’approvazione della Finanziaria ha bloccato anche l’erogazione di un maxi finanziamento che l’Ars aveva deliberato a dicembre. Si tratta di 3 milioni con i quali doveva proprio essere estinto il debito con Veronafiere. In mancanza di un bilancio regionale si è bloccata e dunque l’Istituto si è praticamente fermato.
In mancanza di queste risorse l’Istituto Vite e Olio non può più neppure pagare le bollette e i rimborsi per il carburante a favore dei certificatori che si spostano ogni giorno verso le aziende. L’anno scorso l’Istituto ha certificato oltre 100 milioni di bottiglie di vino, per l’80% della Doc Sicilia. E rappresenta quello che sarebbe il danno causato dallo stop dell’attività.