Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
06/02/2019 06:00:00

Mafia, processo Pionica. Vito Nicastri chiede l'abbreviato

 Nel tentativo di avere, in caso di condanna, uno sconto di pena, hanno chiesto il rito abbreviato sette dei sedici imputati del procedimento di mafia “Pionica”, un’operazione scattata all’alba del 13 marzo 2018 con 12 arresti.

A chiedere l’abbreviato, davanti al gup di Palermo Filippo Lo Presti, sono stati i fratelli alcamesi Vito e Roberto Nicastri (il primo è il cosiddetto “re dell’eolico”), Giuseppe Bellitti, di Salemi, Girolamo Scandariato, di Calatafimi, Melchiorre Leone, di Vita, Antonino e Virgilio Asaro, di Partanna. Nell’operazione “Pionica” (dal nome di una contrada di Santa Ninfa dove c’è un’azienda di 60 ettari comprata a un’asta giudiziaria e poi rivenduta a prezzo maggiorato), i carabinieri notificarono in carcere un ordine di custodia cautelare anche al presunto capomafia di Salemi Michele Gucciardi, già condannato in primo grado a 17 anni nell’ambito del processo “Ermes”. Furono, inoltre, arrestati Giuseppe Bellitti, Girolamo Scandariato, Vito e Roberto Nicastri, i palermitani Ciro Gino Ficarotta, Leonardo Ficarotta, Paolo Vivirito, i vitesi Melchiorre Leone, Vito Gucciardi, Salvatore Crimi, e Gaspare Salvatore Gucciardi.

A primi di aprile 2018, poi, su istanza degli avvocati difensori Carlo Ferracane e Vito Galluffo, furono rimessi in libertà i fratelli Vito e Gaspare Salvatore Gucciardi. E successivamente per Vito Gucciardi la Dda non ha neppure chiesto il rinvio a giudizio. Imputati sono, poi, anche i cinque indagati a piede libero: i vitesi Anna Maria Crocetta Asaro e Leonardo Nanà Crimi e i partannesi Antonino, Tommaso e Virgilio Asaro. I reati a vari titolo contestati sono associazione mafiosa (per alcuni, come l’agronomo Leone, concorso esterno), estorsione, favoreggiamento e intestazione fittizia di beni. Il processo per i sette che hanno chiesto l’abbreviato inizierà il 6 marzo, mentre il 7 febbraio si terrà l’udienza per la richiesta di rinvio a giudizio per i nove imputati che hanno scelto il rito ordinario. Pubblici ministeri sono Carlo Marzella e Gianluca De Leo. Intanto, si è costituita parte civile anche Giuseppa Salvo, che si aggiunge ai Comuni di Salemi e Castelvetrano, alle associazioni antiracket di Trapani e Alcamo, all’associazione Caponnetto, al Centro studi “Pio La Torre” e all’associazione “La Verità Vive onlus” di Marsala.