Piùn controlli per gli allevamenti da latte e da carne in Sicilia, ridotti dopo il 2017 in seguito al fallimento dell’Associazione regionale allevatori siciliani. Lo comunica l’assessorato regionale all’Agricoltura, precisando che gli accertamenti saranno svolti dagli stessi dipendenti ex Aras, licenziati in cassa integrazione da circa due anni, e adesso contrattualizzati nel «nuovo sistema di supporto alle aziende zootecniche» creato dalla Regione attraverso l’Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia, in partnership con l’Associazione italiana allevatori (Aia), il Corfilac, il Corfilcarni e l’università di Palermo, per «dare i servizi di rilevazione dati finalizzati al miglioramento delle performance produttive e riproduttive degli animali, con l’applicazione delle regole e degli standard internazionali di settore».
La limitazione del servizio, ricordano dall’assessorato, «ha determinato un grave danno per l’intero patrimonio zootecnico dell’Isola - che conta circa 290mila capi e 2500 aziende - perché in mancanza di questi controlli le imprese si sono ritrovate a perdere il valore, la genetica e i premi comunitari ai quali, di fatto, non potevano più accedere». Con il nuovo sistema di governance, sottolinea l’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera, «la Sicilia è la prima regione italiana a riattivare il servizio attraverso un proprio ente vigilato», formato dalle «migliori risorse tecniche e scientifiche di cui il territorio dispone, per non disperdere, anzi valorizzare, sempre più, tutto il nostro patrimonio zootecnico e le razze autoctone siciliane».