Livio Marrocco, lei è un sovranista e rappresenta la Lega a Trapani. Com’è questo partito, è più leghista e più sovranista, è un gruppo compatto? Cosa ci dice lei che è dentro?
La Lega è stato il primo partito che ha iniziato a parlare di sovranismo. Il motto “prima gli italiani” di Salvini riassume il concetto e oggi definirsi tale significa appartenere ideologicamente alla Lega, e noi che con diversi amici della destra sociale abbiamo fondato il Movimento Nazionale per la Sovranità, non abbiamo potuto che condividere un percorso comune. Per cui oggi non può esserci una Lega non sovranista, proprio per quello che professa Salvini, quando difende i pastori sardi, l’agricoltura siciliana, le infrastrutture da fare nel resto del Paese. “Prima gli Italiani” significa difendere il proprio territorio. A Trapani, piuttosto che a Palermo, piuttosto che a Roma, la Lega è sovranista perché coniuga un’idea di difesa del territorio legata alla necessità di difendere gli italiani.
Se una mattina Matteo Salvini pensa a Trapani. A Marsala ad esempio c’è Vito Armato, a Trapani c’è Bartolo Giglio. Chi chiama?
Non chiama me, perché sono un semplice tesserato. La Lega Salvini Premier sta lavorando in tutto il territorio nazionale e anche in Sicilia per costruire una nuova classe dirigente e lo fa come accade in tutti i partiti con una fase di start up.
Nelle ultime amministrative di Trapani il dato non ha superato lo sbarramento per avere un consigliere comunale. Questo è dovuto al fatto che i cittadini del meridione la vedono come Lega Nord. Ora la Lega di Salvini può diventare un’idea di partito politico calzante anche per il meridione?
E’ tutto frutto di una evoluzione. Salvini ha compreso che la strada da intraprendere era un’altra strada e ha trasformato la vecchia Lega Nord che rispondeva a una concezione secessionista e che rispondeva a Umberto Bossi, Lega alla quale io non avrei mai aderito. Oggi la Lega è un’altra cosa, ha un altro statuto, un’altra realtà e chiaramente risponde alle esigenze di un elettore di destra che guarda al sovranismo e alla difesa del territorio ed è per questo che oggi molti stanno aderendo alla Lega di Salvini. Detto questo, è normale che ci sia una fase inziale in cui bisogna fare i tesseramenti, organizzare il partito e costruire la classe dirigente e in provincia di Trapani abbiamo due responsabili, Bartolo Giglio e Roberto Bertini e lo saranno fino a quando non ci sarà l’elezione di un coordinatore provinciale.
Marrocco come si vede nel futuro? Cosa farà, il senatore o il deputato di questo territorio?
Livio Marrocco è padre di una splendida bimba, marito di una splendida moglie, amministratore d’azienda e appassionato di politica. In passato ho ricoperto ruoli in politica molto importanti, oggi non è così e non so se domani avrò la possibilità di ritornare con ruoli istituzionali, ma parlare di politica è una cosa che dovrebbe appartenere a tutti noi visto che significa parlare di tutto ciò che ci circonda.
La Lega non ha rappresentanti in tutta la provincia di Trapani, come considera questa cosa?
E’ un problema che appartiene a tutti i consessi civici che stanno attraversando un declino in termini di cultura e di confronto politico. Molti di quelli che vanno a fare i consiglieri comunali provengono da una totale assenza di esperienza, non sanno quali sono le regole di un consesso civico, non hanno cultura politica, ma non è colpa loro, attenzione, non do la colpa a chi viene eletto, dico che c’è un sistema che è esploso, un sistema di formazione della classe dirigente che non c’è più. Chi arriva oggi ad avere un ruolo istituzionale, ci arriva senza avere un background e una cultura politica che lo porti a fare il suo mestiere di consigliere come Dio comanda.
Livio Marrocco cosa pensa di quello che sta accadendo ad Erice?
Ritengo che la politica debba tornare alla sua vera natura, ad essere una cosa seria. La politica lo è perché affronta le dinamiche della vita quotidiana di ognuno di noi e non può essere trattata come uno scherzo. Attraverso ciò che viene ricostruito dai giornali, è chiaro che viene fuori un metodo, un atteggiamento di questa classe dirigente che ci fa ritornarne veramente indietro di anni luce. Se ci facciamo caso, dal ’92 in poi, anno in cui scoppiò “Mani Pulite”, il problema della corruzione che intendo, non solo in termini economici ma anche culturale della classe dirigente, è peggiorato, ed è come se non avesse fatto tesoro degli errori del passato e qui assistiamo delle volte ad atteggiamenti di basso livello. Se poi questi fanno parte di una Giunta, di un’amministrazione schierata a sinistra e che ha fatto della legalità una bandiera, le battaglie sulla moralità, e sono i primi che in qualche modo esprimono una classe dirigente di questo tipo, è chiaro che poi il risultato, in termini di percezione della gente, è che c’è una maggiore disaffezione alla politica. Il cittadino comune poi pensa: sono tutti uguali, non cambia nulla e pensano solo ai propri interessi personali.
Livio Marrocco, se lei fosse stato il sindaco di Erice si sarebbe dimesso?
Intanto se io non fossi stato oggetto di alcun tipo di atto o avviso di garanzia o quant’altro non mi sarei dimesso ma avrei avuto un atteggiamento diverso e molto più cauto rispetto ai fatti. Se non mi fossi accorto di nulla, per mille motivi, non per incapacità, avrei messo in atto tutta una serie di atti per arginare una vicenda che io non ho saputo cogliere. A quel punto avrei azzerato la Giunta, e avrei dimostrato una discontinuità rispetto al passato.