Per “mancanza di gravi indizi di colpevolezza”, il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato, su richiesta dell’avvocato difensore Walter Marino, la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza per il 63enne mazarese Lorenzo Buscaino, uno dei diciotto indagati nell’operazione antimafia condotta dalla Dda, all’alba dello scorso 16 dicembre, tra Marsala e Mazara del Vallo.
Per Buscaino, il gip di Palermo, nella sua ordinanza, adesso per lui annullata dai giudici del Riesame, aveva disposto anche la misura cautelare dell’allontanamento dalla sua abitazione dalle 18.30 alle 8.30 dell’indomani. Adesso, l’indagato ha nuovamente libertà di movimento. Del resto, la posizione del 63enne mazarese appariva un po' più defilata rispetto agli altri indagati. Non a caso, per lui non era scattato l’arresto, né in carcere, né ai domiciliari. Sempre per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, sabato scorso era stata annullata l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il 60enne imprenditore agricolo marsalese Giancarlo Nicolò Angileri (quest’ultimo difeso dall’avvocato Antonina Bonafede). Nella stessa giornata, il Tribunale del Riesame di Palermo ha, invece, confermato la custodia cautelare in carcere per il mazarese Ignazio Di Vita, di 52 anni. Oltre a Di Vita, in carcere sono stati rinchiusi Pietro Burzotta, di 65 anni, Aurelio Anzelmo, di 39, Alessandro Messina, di 42, fratello del presunto “reggente” della “famiglia” mazarese Dario Messina, Luigi Prenci, di 54, tutti di Mazara, e i cugini Domenico e Pietro Centonze, rispettivamente, di 49 e 55 anni, di Marsala. I due sono, a loro volta, cugini del capomafia ergastolano marsalese Natale Bonafede.
Agli arresti domiciliari, invece, lo scorso 16 dicembre, sono stati posti, oltre ad Angileri, tornato in libertà già da qualche giorno, Paolo Apollo, di 74, Vito Ferrantello, di 42, Giuseppe Prenci, di 27, di Mazara, Pietro Centonze, di 74 anni, Antonino Giovanni Bilello, di 61, Michele Marino, di 64, Giovanni Piccione, di 57, Massimo Antonio Sfraga, di 46, l’unico a rispondere al gip negli interrogatori di garanzia, e Gaspare Tumbarello, di 48, di Marsala. L’operazione ha smantellato il controllo mafioso delle aree rurali del versante sud del Trapanese, tra Mazara e Castelvetrano. Nell’indagine anche un episodio di turbativa d’asta ad una vendita giudiziaria.