Daniela Toscano, sindaco di Erice, in lista per la candidatura a segretario nazionale del Pd di Nicola Zingaretti c'è anche lei al secondo posto. Primo in lista c'è il sindaco di Santa Ninfa Giuseppe Lombardino.
Siamo ancora in fase di discussione, ci sono alcune cose che non mi convincono.
Cosa? Vuole essere la prima nella lista?
Gli impegni si rispettano, io sono abituata così.
Lei è ancora del Pd, o è affetta dal civismo che va di moda negli ultimi tempi?
Sono sempre stata del Pd, sono coerente. Sicuramente bisogna costruire. Il partito dovrebbe pensare meno agli individualismi e più al Paese.
In questa campagna per la segreteria nazionale si discute anche della segreteria in provincia di Trapani. Potrebbe sposare quella di Peppe Lombardino come candidatura in provincia?
Ci sarà una discussione. Io sono abituata al vecchio stile della discussione. Le cose imposte dall'alto non mi piacciono. Noi abbiamo la passione della partecipazione, quindi vorremmo costruire un percorso. Non è un problema di nome, potrebbe anche andare bene Lombardino, ma è importante il metodo.
Nessuno nel Pd le ha detto di evitare di mettersi in lista visti i fatti giudiziari che hanno scosso Erice e la sua amministrazione?
Le indagini sono una cosa a parte. E comunque non c'è stato il confronto con il Pd, quindi questa preoccupazione non c'è stata.
Tiene banco in questi giorni a Trapani ed Erice l'inchiesta che ha portato ai domiciliari il suo vice sindaco Catalano, che ha rimosso dopo l'arresto. E' un'inchiesta pesante che tocca la sua amministrazione e sfiora quella precedente di Erice targata Giacomo Tranchida. Entrambi avete tenuto una conferenza stampa nei giorni scorsi. L'abbiamo vista molto amareggiata, perchè?
C'è ancora amarezza. Un Comune amministrato all'insegna della legalità, trasparenza e correttezza, trovarsi coinvolto in una situazione del genere non è piacevole. Penso di aver agito sempre con correttezza e onestà. Non perchè mi sento la più onesta di tutti, come avete scritto, ma penso di aver agito con correttezza nell'interesse della città. Per chi fa il sindaco ci sono insidie dappertutto, e sbagliare è umano. Il sindaco non è un superman o una superwoman. Io sono fiduciosa nel lavoro della magistratura, ci sono delle indagini in corso.
E' stata ascoltata dagli inquirenti?
No. Ci sono delle indagini in corso, spero che l'architetto Catalano possa chiarire la sua posizione. Devo dire che con Catalano abbiamo avuto delle incompatibilità caratteriali. Io ho avuto un approccio più femminile, più di strategia per farmi ascoltare, per guidare il Comune, più diplomatico, per raggiungere determinati obiettivi. Lui magari era più diretto.
Giacomo Tranchida, anche se adesso è sindaco di Trapani, da molti viene identificato ancora un po' sindaco di Erice.
E' un'impostazione sbagliata. Ognuno sceglie i suoi maestri e mentori. C'è chi preferisce Luigi Manuguerra, io preferisco Giacomo Tranchida come maestro e mentore. Ho un legame profondo di amicizia con lui, prima ancora che facesse il sindaco ad Erice. Poi ci sono rapporti politici saldi, ho fatto l'assessore e vice sindaco per dieci anni con lui. Per me è un punto di riferimento. Lui ha lasciato Erice da poco ed è ancora legato affettivamente. Siamo però due soggetti autonomi, che si confrontano e che sono al servizio delle comunità che amministrano. Con due sindaci che dialogano si può lavorare assieme per dare dei servizi migliori alle nostre città.
Negli ultimi otto mesi il sindaco Tranchida non ha influito sulle decisioni di Erice?
Non ha mai influito, neanche prima. Sono delle dicerie, delle stupidaggini. La collaborazione ci deve essere, ed è mancato in questi territori che sono fortemente compenetrati. Abbiamo tante cose che stiamo facendo insieme. Ma non soltanto Trapani ed Erice. Ad esempio l'Europeade coinvolge il territorio, si cresce insieme, da soli non si va da nessuna parte.
Tranchida ha detto in conferenza stampa: “attaccano la Toscano perchè ce l'hanno con me”.
Certamente. E' così. C'è un'operazione dietro, un tentativo di accerchiare, ma non ci riusciranno.
Paolo Ruggirello ha detto che Tranchida può stare tranquillo perchè ha delle “coperture” in Procura. Perchè ha detto questo?
Non lo so. Io posso parlare di politica. Sono stata dieci anni con Giacomo, ed è di una correttezza unica. La magistratura è totalmente autonoma e svincolata nelle indagini che deve fare.
Spesso si prende Paolo Ruggirello o altri politici e li si etichettano come “poteri forti”. Però poi sono quelli che vengono cercati da Tracnhida per fare le liste, racimolare voti. Perchè questo cambio di rotta? Eppure, nel caso di Ruggirello, fate parte dello stesso partito, del Pd, e Tranchida è stato eletto con i suoi voti.
Si fa riferimento a un'impostazione vecchia, che è stato un sistema in questa città. Che in questa città si adottasse un certo sistema per fare politica è un fatto inoppugnabile, così come è inoppugnabile che a San Giuliano si andasse con i soldi a comprare i voti. Con Giacomo Tranchida si cambia pagina, viene stravolto un sistema. Abbiamo vinto le elezioni a San Giuliano essendo al servizio di una comunità. Io posso andare dalle persone ogni giorno dell'anno, loro non lo possono fare perchè vanno solo in campagna elettorale.
Lei parla di “loro”, di un “sistema”. Ma loro chi? Quale sistema? Faccia i nomi.
Vox populi, vox veritatis. Non credo siano soltanto dicerie. Ma se in un determinato quartiere c'è un approccio preciso, e poi qualcuno è stato condannato per voto di scambio, vuol dire che il sistema c'è.
Si accusano gli altri essere un sistema. Ma il tema di fondo magari è che il sistema siete voi, nel senso che Tranchida è sindaco da quando c'era la lira. Perchè accusare gli altri di complotto quando al governo ci siete voi da anni? Perchè tirare fuori dei nomi che adesso magari non contano più di quanto contate voi?
E' un sistema che c'era...
E non c'è più.
C'era sicuramente il tentativo di riproporlo con volti nuovi. Ho sempre ritenuto che in politica si debbano fare percorsi. Non sono d'accordo con chi di punto in bianco fa il deputato o il senatore. Piano piano bisogna fare le varie tappe.
Cosa c'entra col sistema?
E' chiaro che se Carlo Palermo nel suo libro scrive che il centro dei poteri forti mondiali è ad Erice, qualcosa di vero ci deve essere. La sfida è stata scardinare un sistema di natura clientelare con una politica libera.
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