Daniela Toscano, sindaco di Erice, città scossa dall'arresto del vice sindaco Angelo Catalano, accusato di corruzione. Un'indagine durata un anno. C'è qualcosa che non è chiaro del suo rapporto con Catalano. Perchè sembra che lei avesse capito che l'assessore aveva certi modi "sciolti" nell'amministrare. E' anche vero che ha fatto l'assessore per 10 anni. Chi lo dice che non abbia avuto quei comportamenti per tutto questo tempo? E ci si chiede dove era lei, dov'era Tranchida quando Catalano scambiava favori, come sostiene la procura.
Io non voglio sminuire nulla, anche perchè non conosco gli atti dell'indagine per la quale è stata chiesta una proroga di sei mesi. Catalano è sempre stata una persona molto operativa, da questo arriva il motivo della scelta di Tranchida e mia di nominarlo assessore. Il nostro è un Comune molto difficile da amministrare, una città territorio, che aveva bisogno di un assessore, come Catalano, che colmasse anche le mancanze dei dirigenti, che conoscesse la città. Ho sempre detto che l'80% dei suoi interventi erano nell'interesse della comunità.
Il resto?
Poi c'era un lato caratteriale, di approccio, di metodo, con il quale non andavo d'accordo. Gli facevo sempre l'esempio della sindaca di Marsala, Giulia Adamo, che scivolò su una buccia di banana.
Adamo venne condannata per abuso d'ufficio, vicenda che la costrinse a dimettersi da sindaco. Diceva a Catalano che poteva finire come lei? Lo aveva avvertito?
Gli citavo il caso per dire di fare attenzione. Perchè capivo che lui per il suo lavoro nel dirigere i cantieri aveva un approccio più operativo. Ma al Comune le cose sono diverse.
Tranchida ha detto che l'unico abuso che ha fatto Catalano è stato quello di prendere a calci la ditta che ha realizzato la pista ciclabile.
Ha fatto bene. Non posso però giudicare. Posso dire che era un po' facilone nelle cose, ma era una persona operativa. Ci saranno ulteriori indagini. Il Comune è stato messo sotto sopra, gli appalti sono stati passati al setaccio dagli inquirenti. Al Comune di Erice tutto viene fatto secondo la legge.
In questi giorni c'è l'indiscrezione secondo cui, in base alla nuova legge anticorruzione, Catalano possa raccontare tutto e aprire chissà quali scenari. C'è qualcuno ad Erice che ha da temere qualcosa se Catalano dovesse decidere di parlare?
Non credo. Ognuno però si assume la responsabilità di quello che dice. Bisogna avere le prove di quello che si dice.
Il sindaco deve però controllare ciò che fa la sua giunta.
Io controllavo molto, anche per questo avevo momenti di conflitto.
Al di là se saranno penalmente punite le cose contestate a Catalano, quest'indagine apre molti scenari. L'inchiesta inserisce in altre faccende, come quelle sulla corruzione elettorale ad Erice che ha coinvolto una consigliera comunale.
Sono due cose diverse. Le indagini per voto di scambio sono una cosa, altra questione è quella che coinvolge Catalano.
In tutto questo si inserisce la vicenda dei parcheggi. Ce la spiega?
Una vicenda allucinante. Apprendo che c'è un imprenditore arrabbiato con noi, persona che ho visto due volte nella vita, che ha presentato una richiesta per la realizzazione di un parcheggio di fronte la spiaggia libera. Sono questi atti gestionali che non passano dal sindaco, ma gestiscono Suap e urbanistica.
Cos'è successo?
Ci sono tre soggetti che presentano la richiesta per quella zona per realizzare un parcheggio. Uno chiede l'ampliamento di un parcheggio già esistente, e non è stato concesso perchè c'è un vincolo paesistico. Viene da me per avere spiegazioni, in presenza dell'architetto Tranchida, capo settore, che gli si spiega il tipo di vincolo. Il secondo presenta un altro progetto, viene da me a fine giugno dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni. Questo perchè si scopre che una delle aiuole a corredo della rotonda di via Lido di Venere occlude l'apertura su quella stessa via. Il soggetto si arrabbia, dice che avrebbe denunciato tutti. Un altro funzionario del Comune spiega che è possibile trovare una soluzione, e convoca tutti gli enti che devono esprimere parere. E decidono che tecnicamente era possibile risolverlo.
Il terzo caso?
Scopro poi che c'è una terza persona che aveva fatto richiesta al Comune per un altro parcheggio. Il Comune gli dà il diniego perchè in quel terreno c'è un vincolo paesistico anche lì. Non può utilizzare questo progetto, per via della calendula marittima, una pianta tipica.
E' proprio quest'ultimo episodio che fa scoppiare il caso.
In tutta questa vicenda cosa c'entra il sindaco? Se fosse venuto gli avrei detto con il responsabile del settore quello che già sapeva. Poteva realizzare il progetto ma con una soluzione particolare, con dei ponti che passano sopra la calendula, e tutta una struttura difficile da realizzare.
Intanto questo cittadino si è molto amareggiato.
Io ho appreso tutto tramite voi. C'è da dire che tutti i motivi del diniego si possono scaricare dal sito del Suap. Il sindaco in tutto questo non c'entra nulla.
Lei, o qualche suo “ambasciatore”, ha mai parlato con questo imprenditore?
Nessuno. Io non sapevo dell'esistenza di questa richiesta.