Viviana è una bambina che il 24 aprile compirà due anni. È vispa in braccio alla mamma e si guarda attorno. È una bambina speciale perché è una delle 108 che è stata operata in utero quando era ancora un feto per correggere la spina bifida, una grave malformazione congenita che interessa la colonna vertebrale del nascituro durante i primi mesi di gravidanza. In Italia una gravidanza su 1.500 ne è colpita e finora la decisione possibile è stata l'aborto o una vita difficile con complicanze invalidanti fino alla sedia a rotelle o ad una vita su un letto.
Dal 2010, però esiste una terza via che, sebbene poco conosciuta, è possibile. E si tratta della chirurgia in utero per provare a correggerla. A realizzarla è il professore Martin Meuli che opera a Zurigo al Centro per la diagnosi fetale e la terapia. Da poco è possibile anche alla Clinica Mangiagalli a Milano, unico centro in Italia.
Il chirurgo insieme ai genitori della piccola, Giovanni Criscione e Maria Teresa Saso della provincia di Palermo, hanno raccontato la loro esperienza ieri a Palermo nel corso del congresso organizzato da Sieog (Società Italiana di Ecografia Ostetrica e Ginecologica e Metodologie Biofisiche) all'Nh Hotel di Palermo. Una storia che testimonia anche quanto importante sia la comunicazione e la conoscenza di certi casi e di certe opportunità. La mamma della bambina ha raccontato come al momento della diagnosi in un ospedale della provincia di Palermo i medici curanti le abbiano parlato della possibilità di una operazione in utero perché avevano sentito del centro di Zurigo. La caparbietà della signora Maria Teresa, accompagnata dal marito, a rivolgersi al Centro aiuto per la vita che l'ha indirizzata a Roma al Policlinico Gemelli e da lì poi a Milano e quindi a Zurigo per conoscere Meuli e la sua equipe. L'operazione è stata fatta il giorno di Santa Lucia il 13 dicembre del 2016 e la piccola è nata il 24 aprile del 2017.
«Sappiamo», ha spiegato in italiano il chirurgo «che nella maggior parte dei feti che hanno questa diagnosi come fino alla 23^ settimana circa il midollo spinale funziona ancora normalmente. Con l'intervento di protezione questo è preservato dai danni secondari che arrivano sempre nel terzo trimestre della gravidanza». Per intervenire serve un percorso diagnostico serrato perché la chirurgia può operare con successo tra le settimane 23 e 26 della gestazione. Meuli è intervenuto per 108 volte dal 20 dicembre del 2010, data della sua prima chirurgia in utero per curare la spina bifida. «Il razionale di questo congresso», spiegano i promotori dell'incontro che si chiude oggi a Palermo, i dottori Giuseppe Calì, Nicola Chianchiano e Franco Labate «è proprio quello di fornire al personale medico, la possibilità di aggiornarsi tramite il confronto con tali esperti in modo da offrire ai genitori del feto/neonato la migliore “cura” possibile tenendo conto anche degli importanti risvolti etici che tale problematica comporta».