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18/03/2019 13:00:00

Stage e alunni fantasma per i progetti finanziati dalla Regione e dall'Unione Europea

Alunni e collaboratori a loro insaputa oppure finiti a fare le pulizie in alcuni alberghi di Palermo, stage compiuti in aziende che non avrebbero avuto alcun nesso con le finalità dei corsi di formazione, scuole ed imprenditori coinvolti soltanto sulla carta. I progetti - come riporta il gds - finanziati con fondi della Regione e dell'Unione europea avevano tutti dei nomi roboanti - che condensavano sia il desiderio di valorizzare le ricchezze della Sicilia che di liberarla da una delle sue ataviche piaghe: la disoccupazione - ma secondo le indagini della guardia di finanza, quelli che sarebbero stati curati dal deputato di Forza Italia, nonché presidente della commissione Bilancio all'Ars, Riccardo Savona, assieme alla moglie, Maria Cristina Bertazzo, e alla figlia, Simona Savona, avrebbero avuto solo scopi clientelari e sarebbero stati quindi al centro di una truffa da 800 mila euro (da qui il sequestro eseguito venerdì). Accuse che il politico ha respinto attraverso il suo avvocato, Giuseppe Di Stefano.

Il procuratore aggiunto Sergio Demontis ed i sostituti Andrea Zoppi e Vincenzo Amico, avvalendosi anche delle dichiarazioni di un ex collaboratore «pentito» di Savona, Michele Cimino, hanno messo nero su bianco tutte le presunte irregolarità legate a 5 progetti affidati ad altrettante associazioni e cooperative.

«Antichi Mestieri» proposto dalla «Prosam» di Giuseppe Castronovo nel 2012, nonostante un contributo da 96 mila euro, per gli inquirenti «non è mai stato effettivamente realizzato». L'obiettivo sarebbe stato quello di censire gli antichi mestieri di Palermo, ma «l'elaborato depositato, lungi dal presentare i caratteri della novità - scrivono i pm - consisteva piuttosto nella riproposizione di saggi o articoli già pubblicati su internet». I collaboratori inseriti nel progetto e sentiti dagli inquirenti hanno affermato o di non aver mai preso parte all'iniziativa o di non essere mai stati pagati o di aver svolto un'attività differente da quella prevista.

«Barocco Siciliano», proposto dalla «Rises» di Cimino nel 2015, avrebbe dovuto ampliare il portale www.disiciliainsicilia.it con l'indicazione di nuovi itinerari barocchi a Catania. Finanziato con 226 mila euro, prevedeva anche la diffusione dell'iniziativa nelle scuole, «i dirigenti degli istituti scolastici indicati dalla Rises come destinatari del progetto - dicono i pm - hanno negato che sia mai stato prodotto nelle loro scuole».

«Impariamo a internazionalizzarci», proposto nel 2016 dalla coop «Palermo 2000» facente capo a Savona, avrebbe dovuto favorire lo sviluppo di una cultura d'impresa per le aziende siciliane, rivolta alla conoscenza dei mercati internazionali. Ma, a fronte dei 190 mila euro erogati dalla Regione, «la quasi totalità delle spese documentate consiste in prestazioni rese da società del gruppo Savona-Bertazzo o da loro collaboratori» e, afferma ancora la Procura, «molti tra gli imprenditori titolari delle aziende indicate quali partecipanti al progetto hanno negato di aver mai aderito a tale iniziativa, mentre altri hanno affermato di aver intrapreso una corrispondenza meramente epistolare, di non aver avuto alcun contatto con rappresentanti della società».

«Formiamo Professionalità», della coop «La Fenice» di Sergio Piscitello, finanziato con circa 47 mila euro, prevedeva la formazione di addetti alla segreteria di studi legali e notarili per 15 alunni, una delle quali ha però sostenuto di non aver mai saputo nulla dell'iniziativa. Gli stage, secondo l'accusa, sarebbero stati svolti, tra l'altro, in aziende per «il divertimento e l'intrattenimento».