Da anni nel centro storico di Trapani, si dibatte sulla possibilità o meno di utilizzare la musica nei locali della movida. Da un lato ci sono i ristoratori e i proprietari dei locali, dall’altro i residenti che in passato hanno fatto anche delle denunce, poi sfociate davanti al giudice. Il consiglio comunale nei giorni scorsi ha approvato un emendamento al regolamento di arredo urbano e di disciplina per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche.
Questa approvazione, da parte del consiglio comunale, che riapre alla possibilità di piazzare al di fuori dei locali, casse e amplificazione sonora ha provocato la reazione del comitato dei residenti del centro Storico che ha espresso la preoccupazione e le perplessità sulla possibilità di poter fare emettere musica fuori dai locali.
Sull’argomento, nei giorni scorsi si è svolto in aula consiliare, un incontro tra il gruppo consiliare Giovani Muovi-Menti, i rappresentanti dei cittadini residenti e i commercianti del centro storico di Trapani, le associazioni di categoria, le associazioni di cittadini, tra cui quelle giovanili ed universitarie. Si è discusso sulla legge e sulla normativa e si è arrivati ad alcune conclusioni. Di questo incontro ne abbiamo parlato con il consigliere Giuseppe Lipari. Qui le nostre domande e le risposte. Lipari com’è andato l'incontro in aula consiliare, cosa ne è venuto fuori e cosa è stato deciso di fare?
“E’ stato un incontro fondamentale. Chi si trova ad amministrare la cosa pubblica non può avere la pretesa di calare dall’alto quelle che sono decisioni delicate e importanti come questa. Il dibattito cittadino è linfa vitale per soluzioni o problemi come questo. Sono emerse tantissime idee e tante proposte, ma il margine di manovra è ridotto. La legge è chiara e, fondamentalmente, la legge di permette di fare quella musica che non si sente. Tuttavia è prevista una deroga che il Comune può adottare attraverso organizzazione di eventi, pianificazione e programmazione. La proposta che ha riscosso un grande successo e che cercheremo di fare nostra, è quella dell’associazione “Trapani per il Futuro” che suggerisce di diversificare la movida in diverse zone: un sabato in una zona, una sabato in un’altra, e un sabato in un’altra ancora, in modo tale da far riposare i residenti che il sabato prima magari hanno preso parte alla movida, e sono i primi che hanno tutto l’interesse che la loro zona sia popolata e allietata. Questa proposta, nonostante le diverse tensioni che ci sono state, e in alcuni casi più esasperati finiti addirittura in contenziosi giudiziari, nonostante ciò, questa proposta ha riscosso successo tra i partecipanti alla riunione e a questo punto mi farò carico di trasferire questa proposta nelle sedi istituzionali".
Consigliere Lipari, le due parti non hanno cercato uno scontro, concordano, anzi, sul fatto che sono necessari maggiori controlli. Se tutti gli esercenti rispetteranno le regole anche i residenti saranno più propensi ad accettare le deroghe per cercare, con un calendario di eventi, di portare la movida in giro per le varie zone del centro.
Gli esercenti si sono premurati di autodenunciarsi ogni volta che un loro associato non rispetterà le regole. Mi pare un gesto di grande maturità ed è stato un gesto, tanto apprezzato dai residenti. Fondamentalmente, il grande problema, il “far west”, è nato per mancanza di controlli.
Un’altra perplessità sollevata dai residenti è quella sul tipo di turismo che arriva a Trapani. Dicevano che è soprattutto quello delle famiglie che vengono qui per cercare tranquillità. Se si vuole puntare sul turismo si deve incentivare anche quello più giovane, quello che cerca la movida.
Questo è vero. Ma quando si parla di economia, c’è solo un comandamento da mettere in pratica, la diversificazione. Noi vogliamo rilanciare il turismo a Trapani, bisogna diversificare, bisogna che Trapani abbia una offerta turistica mirata per anziani e giovani, per coppie e single. Questo lo fai trovando un equilibrio tra movida sfrenata e l’esigenza di assoluto riposo e silenzio. Qui non abbiamo l’arroganza di aver trovato la soluzione definitiva, ma diversificando consentiremo alle persone che hanno vissuto sulla loro pelle il rumore del basso, di trovare riposo tre sabati su quattro. E devo dire che i residenti sono stati molto propensi a trovare una soluzione del genere.
Come confermato, dunque dal consigliere Lipari, la proposta più interessante emersa nell’incontro in aula è quella che riguarda la possibilità di una calendarizzazione degli eventi e questa verrà tradotta in un documento che verrà presentato al Consiglio.
“Bisogna rispettare le regole e spegnere la musica nell'orario indicato. Dobbiamo dare la possibilità ai residenti di riposare e creare un calendario di eventi dove in determinate giornate si possa andare in deroga – afferma, Marina Biondo, rappresentate degli imprenditori del centro storico".
"E’ fondamentale creare una prospettiva futura per il centro. Ci sono delle leggi che regolamentano le emissioni sonore: non è una contrapposizione tra residenti ed esercenti – sono queste, invece, le parole di Nino Scarpitta, residente del centro storico".