Sarà ricordata come l'annata dell'equilibrio, il 2018, per la Sicilia del vino. Un'indicazione confermata sotto tutti i profili di analisi: meteo-climatici, produttivi e qualitativi. Il punto sull'ultima vendemmia è stato fatto in occasione di Sicilia en primeur, l'evento itinerante annuale che si è svolto nei giorni scorsi a Siracusa. Giunto alla 16ma edizione, è organizzato da Assovini Sicilia, l'associazione che riunisce 90 aziende vitivinicole siciliane, che producono complessivamente 900 etichette di cui il 95% Doc.
A presentare alla stampa specializzata proveniente da tutto il mondo dati e andamento della vendemmia 2018 Mattia Filippi, enologo e consulente fondatore di Uva Sapiens.A livello nazionale, la vendemmia ha avuto una buona produzione, trend che si conferma dal 2015. Anche la Sicilia è in linea con questa tendenza, ma il 2018 è caratterizzato da produzioni meno estreme. L’annata vitivinicola 2018 sull’Isola, se pur diametralmente opposta al 2017, è rimasta sostanzialmente costante, confermando anche un valore aderente alla media negli anni.
A tal proposito, negli ultimi 6 anni di analisi, la Sicilia si conferma tra le tre regioni più equilibrate in Italia con Piemonte e Toscana rispetto alle medie storiche. Tale equilibrio corrisponde anche a una produzione per ettaro contenuta e propedeutica alla qualità, assieme a Toscana e Piemonte tra le 6,5 e 8,5 tonnellate/ettaro, 1/3 rispetto ad altre regioni italiane. Sotto il profilo meteo-climatico, il 2018 rappresenta a livello europeo l’anno con la temperatura più alta mai rilevata da oltre un secolo.
La posizione della Sicilia, al centro del Mediterraneo, rappresenta un vantaggio enorme e unico, se confrontato con altre regioni europee, infatti non si sono registrati eccessi termici nel 2018, mentre negli ultimi 30 anni non ci sono state le forti anomalie climatiche che hanno interessato le altre regioni europee.Dal punto di vista qualitativo, le uve hanno beneficiato di queste precipitazioni estive a livello di bilancio idrico per le tipologie di suoli e le conduzioni agronomiche adottate in Sicilia. C’è stata, inoltre, una dilatazione dei tempi di raccolta che ha permesso una maturazione più lenta e un accumulo zuccherino più contenuto.
Le temperature fresche durante le fasi di raccolta hanno aiutato a preservare aromi e acidità nelle uve a bacca bianca.Complessivamente, l’analisi conferma l’importanza del settore vitivinicolo siciliano che, secondo i dati diffusi da UniCredit, vale 550 milioni. In crescita, in particolare, i vini a marchio Doc Sicilia: nel 2019 le prospettive sono di superare i 100 milioni di bottiglie. Il trend del valore delle vendite del vino nel 2018 è molto positivo, raggiungendo il +6%. In questo contesto, Doc Sicilia ha incrementato le proprie vendite del 15,5%. Dall’analisi condivisa è emerso per i vini del Consorzio Doc Sicilia un elevato potenziale di crescita, obiettivo raggiungibile sfruttando gli spazi distributivi ancora disponibili.